Conte, Tavecchio, la loro Italia:
l’Italia che amo

Nonna Maria Caterina aveva passato la giovinezza all’aperto, nei campi della Langa, così il nonno, nei campi di Mochignano, in Lunigiana. Dopo il matrimonio vissero sempre al chiuso, lui in officina, lei in una portineria di 15 metri quadrati (quando l’accompagnai al cimitero riflettevo fra me e me, ero certo che si sarebbe trovata bene, ...

Forza vecchio, caro Cav
Lei resta un gigante

Confalonieri, Letta, so che gli volete bene, aiutate Silvio Berlusconi (è un auspicio da cittadino che non conosce personalmente né lui, né voi). È stato un uomo straordinario (cinque figli, tutti bravi ragazzi), un imprenditore straordinario (Mediaset), un politico straordinario (Pratica di Mare). La sua epopea, da film, da tempo è finita. C’è un momento in ...

Mi raccomando, signora sindaco,
me la tratti bene la mia Torino

Gentile dottoressa Appendino, premetto che non sono un pentastellato (per un liberale, mi creda, è inconcepibile che si possa avere un reddito a sbafo), ho votato per lei solo perché costretto, ho subìto questa imposizione del ballottaggio, pensi, proprio io che sono per il proporzionale puro e per i referendum popolari multipli, stile svizzero, modello ...

Segnali deboli: la vasca da bagno di Dien Bien Phu

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Una delle domande fisse nelle conferenze a cui partecipo è questa: “Lei parla spesso di segnali deboli, che cosa intende?”. In letteratura e sulla rete si trova una imponente documentazione, dottrinale e pratica, alla quale rimando. Uso questo strumento in modo diverso da quello della futurologa Elina Hiltunen che ufficializzò per prima la locuzione. Anche ...

A New York alla ricerca di segnali deboli. Dialogo con il professor Angelo Codevilla

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Caro Angelo, sono passati appena cinque mesi dalla strage di San Bernardino e siamo di nuovo qua a commentarne un’altra, questa volta a Orlando. Lo schema di lettura dell’evento da parte delle élite euroamericane segue l’ormai collaudato protocollo: a) “non confondiamo l’Islam con alcuni criminali singoli”; b) “sono nati in America (o a Parigi, o a ...

Noi élite europee siamo in un cul de sac: rinsaviamo

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Nato nel modello fascista imperante, dall’adolescenza sono vissuto, da liberale, cattolico e apòta, felice nel modello capitalistico. Fino a 40 anni ero nel 30% dei “poveri”, poi sono entrato nel 50% della “classe media”, infine, grazie alla meritocrazia insita nel modello, eccomi nel 20% dei “benestanti”. Era una sana competizione, i sociologi lo chiamavano ascensore ...