Ringrazio la mia amica Myrta Merlino del contributo che ha dato al mio lavoro di analisi, inventandosi in diretta una conversazione telefonica fra Matteo Salvini e Carlo Calenda. Per me un autentico scoop culturale. Ho imparato più dai dieci minuti scarsi del loro, chiamiamolo dibattito, che ascoltando ore e ore di talk show o leggendo editorialisti celebri.
Salvini nasce estremista di sinistra (bolla Leoncavallo), diventa di destra perché intuisce che lì troverà molti dei valori della sua vecchia appartenenza, mentre Calenda nasce in una bolla incipriata dei liberal “in limousine”, ben attrezzato di quella che Tom Wolfe chiama “indispensabile indignazione”. Il primo ha la concretezza del veterinario da stalla padana, l’altro la raffinatezza piena di certezze del grande direttore sanitario (che mai ha operato al Pronto Soccorso).
Il momento più alto è l’attacco iniziale, quando Calenda cerca, disperatamente, di instaurare un rapporto alla pari con lo scorbutico Salvini: dandogli del tu e chiamandolo Matteo, quindi fingendo di scendere al suo livello. Da vecchia lenza, esperto di mercati rionali milanesi, Salvini non cade nella trappola, capisce che il suo è il “tu” che si dà ai caddy, e impone il lei. Il dibattito finisce lì. Il telespettatore capisce che parlano due lingue diverse, appartengono a due mondi lontani, il problema è come chiudere. Allora si danno sulla voce, il dialogo si fa incomprensibile, Myrta si salva chiamando la pubblicità. Piombiamo nel “nero”, come i tecnici della tv chiamano gli stacchi della pubblicità.
Come studioso del confronto “Capitalismo classico vs Ceo capitalism” su cui rifletto e lavoro da dieci anni, io sono soddisfatto. Ho avuto l’ennesima conferma come i due modelli siano incompatibili, perché non modificabili. Per questo motivo considero queste votazioni importanti, come quelle del 18 aprile 1948, perché sono un referendum fra due mondi che mai potranno convivere, se non con la prevalenza violenta dell’uno sull’altro.
Spero che gli amici della Classe Dominante (attuale) prendano atto che il Ceo capitalism non è né modificabile, né ristrutturabile, accetta solo piccoli rammendi. “Rammendo” è l’unica declinazione seria di quello che chiamano cambiamento.
Lo stanno imponendolo con la forza, non possono pretendere, solo perché lo dicono loro, convinti come sono di essere più colti, quindi degni di stare al potere, sia il modello giusto.
Facciamocene tutti una ragione, andiamo tutti a votare, e poi diamoci tutti una regolata, se ci riusciamo.