Prima di decidere per chi votare, scegliamo il mondo nel quale vogliamo vivere in futuro

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Per chi, come me, da una vita (dai tempi di Bill Clinton e di Tony Blair) ha studiato il Ceo capitalism il momento più emozionante è stato quando mi sono accorto di essere arrivato a fine corsa, avevo sciolto tutti i nodi, ero arrivato, sereno, al capolinea. Ho cessato di essere un algido studioso e sono tornato a essere un uomo, quell’impasto di “sangue e merda” che connota tutti noi cittadini. Solo il mio Dio e il mio cervello potevano darmi la forza di smettere a giocare all’intellettuale e scegliere in quale mondo avrei voluto che i miei nipotini vivessero. E pure io come chiudere degnamente la vita.

Mi sono chiesto: voglio stare al calduccio, protetto dalla classe sociale alla quale appartengo (élite) che anni fa scelse per se “…un cosmopolitismo che celebrava la combinazione della diversità in fusione ibride, nel quadro di una cittadinanza mondiale, considerata come l’unico futuro moralmente accettabile per il mondo.” (Cfr. Jonathan Friedman) e fare lo zombie rivoluzionario nel salotto di costoro? Ovvero abbandonare il calduccio, praticare un giornalismo indipendente e informare i miei concittadini del pericolo mortale che stavano correndo, qualora non si oppongano a costoro?

Un’occasione imperdibile l’hanno i cittadini italiani, grazie alle prossime elezioni del 4 marzo dovranno scegliere non solo fra un certo numero di partiti o di movimenti, ma prima fra due mondi culturalmente diversi. Mi spiego. Queste elezioni sono al contempo prima un referendum politico-culturale e poi una normale elezione. Quindi i cittadini devono scegliere in quale mondo vogliono vivere, quello descritto da Jonathan Friedman o in un altro. Per fare un esempio americano, il mondo di Barack Obama (e di tutte le élite dem, degli intellettuali, di Silicon Valley) o il mondo di Donald Trump (il vecchio apparato industrial-militare che ha governato l’America per gran parte del Novecento, quello legato ai valori morali e religiosi dei padri pellegrini)?

Questo dilemma in Italia si declina così: il mondo del duo Matteo RenziSilvio Berlusconi o quello degli anti establishment? Il 4 marzo 2018 si sta configurando come speculare al 18 aprile 1948, mi troverò nelle stesse condizioni di mia mamma e di mia nonna (papà e nonno Stalin erano purtroppo morti). Loro due dovevano sciogliere un dilemma, in teoria come antifasciste storiche la logica le avrebbe portate a votare per la sinistra social comunista. Invece no, la nonna, in nome della sua fede, scelse Alcide De Gasperi, la mamma (anarchica), considerandolo il meno peggio, votò Luigi Einaudi.

Avevano la licenza elementare ma erano due superbi animali politici, seppero privilegiare la libertà che, come diceva papà, a sinistra (estrema o riformista) e a destra, è e sarà sempre a disagio. Chapeau alla loro memoria! Ho ancora venti giorni di tempo per decidere, e questo tempo me lo prenderò tutto.

www.riccardoruggeri.eu

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