Questo è un Cameo di piccola stazza. Meno scrivo più sono triste. Come è noto agli amici di Zafferano.news (abbonarsi è gratis) da due settimane mi sono messo in un lockdown volontario. Ieri un amico ristoratore mi ha portato cinque sacche di plastica di minestrone, quattro di pesce crudo appena pescato, sfilettato e subito abbattuto (che tristezza, ma così prevede la legge), la verdura e la frutta del suo orto (cavoli, cachi, mele), ho parmigiano reggiano 30 mesi ancora per una settimana. Così ogni giorno uscirò, furtivamente alle 7, con FFP2 d’ordinanza, solo per comprare il pane e la focaccia e il cartaceo La Stampa, edizione di Torino, per leggere del Toro. E così per una settimana campo, auto sufficiente, libero, felice.
Ieri mi sono letto il DPCM, la messa in bella della solita velina Stefani 2.0. Solo burocrati incompetenti possono scrivere 21 pagine di tal fatta, senza vergognarsi. La perla è stata l’orario di apertura dei ristoranti (5-18). E’ nato così il similockdown, atto politicamente vigliacco che costringe i ristoratori a chiudere definitivamente (nessuno va al ristorante a fare merenda) e non ricevere il cosiddetto ristoro. Ogni volta che leggo un DPCM, con allegata audio conferenza stampa, mi sento politicamente sporco, tutto ciò che i miei occhi, le mie orecchie, la mia mente processano è solo spazzatura politica.
Che fare? Non certo polemizzare, questo governo e chi lo appoggia direttamente o indirettamente, anche dall’opposizione, non merita nulla. E allora, per ripulirmi di questa spazzatura politica, oltre a una doccia doverosa, mi rifugio nei miei amati libri. Che c’è di meglio di piluccare da certi pensieri di Albert Camus? Lui non tradisce, mai. Ho preso una sua frase e ci ho passato il pomeriggio di domenica a scomporla, ricomporla, rimuginarci sopra, confermare l’amore infinito che provo per lui. Alle 18 una meravigliosa minestrina nel brodo di un pollo selvaggio che viveva libero in un boschetto in quel di Fossano, donatomi dal mio amico Andrea. Sono andato a dormire satollo e sereno.
Scriveva Camus: “Ho capito che ci sono due verità una delle quali non deve mai essere raccontata”. Spesso si dice che la verità è a metà strada tra due narrazioni opposte, poiché ogni evento della vita può avere due letture, buttandola in politica da destra o da sinistra. Ma quando destra e sinistra si sono unite (preferisco mixate) molti anni fa, per dominare le persone perbene (io lo chiamo CEO capitalsm) è stato l’inizio della fine dell’alternanza e della libertà. Sono nati così in Europa tanti Conte Bis, esempi eclatanti di manipolazione politico culturale. A quel punto la realtà è diventata scomoda e quindi da escludere dalla narrazione, come chiosava Camus. Quando il DPCM si fa “velina” siamo in un regime. Punto.