Scegliendo il professor Bagnai, Salvini ha fatto Bingo. Trump e Credit Suisse l’hanno aiutato

Quando ero un ragazzino di 10 anni per uno choc (ferito da una bomba alleata) divenni balbuziente. Allora mi buttai in giochi che avessero il silenzio come prerequisito: scelsi gli scacchi. Capii subito che, malgrado lo studio e l’impegno, sarei stato un giocatore mediocre, tendente al discreto. Mi concentrai quindi prima nella difesa, poi nelle aperture. Scelsi quella più aggressiva detta “Gambetto” caratterizzata dal “sacrificare” un proprio pedone senza che questo potesse essere subito ripreso (gambetti di Donna o di Re o Budapest) ovvero, quando l’avversario aveva il “bianco”, e avesse aperto con un “Gambetto”, io avrei risposto con un “Controgambetto” (tipo Albin o Falkbeer). Quando divenni un ex balbuziente, abbandonai gli scacchi e il silenzio, divenni grande.

Questo spicchio di adolescenza mi è tornato in mente quando ho assistito alla presentazione, da parte di Matteo Salvini, della sua pesca più preziosa, dopo Giulia Bongiorno ora Alberto Bagnai. Un geniale “Controgambetto”. A cui è seguito un incredibile colpo di fortuna: la contemporanea decisione di Donald Trump di mettere dazi su prodotti provenienti da Oriente e la presentazione a Davos di un rapporto di Credit Suisse che sembra scritto per far felici economisti come Bagnai.

Scrive nel rapporto John Major, ex premier inglese e delfino di Margareth Thatcher, che ha collaborato allo studio, come il modello in essere stia zoppicando vistosamente e così la democrazia che lo supporta, soffocata com’è proprio da quelle che venivano spacciate come virtù rivelate.

Il Chairman di Credit Suisse, Urs Rohner ha fatto notare che il numero delle nuove democrazie nel mondo è rimasto lo stesso di quello della metà del primo decennio del Duemila. E ha poi osservato la profonda crisi degli establishment occidentali oggi al potere: mentre devono confrontarsi con Paesi in difetto di strutture democratiche, al loro interno si rafforzano forze (democratiche) che spingono verso altre direzioni rispetto a quella da loro imboccata. E lo fanno con competenze politico economiche di alto profilo che sarebbe suicida liquidare come populiste o peggio incompetenti. Una piccola notazione a margine: come puoi definire l’avversario “incompetente” quando tu, presunto competente, hai operato da anni ai vertici del paese ottenendo però risultati tali che hanno oggettivamente certificato la tua incompetenza?

Il Chief investiment officer di Credit Suisse, Michael O’Sullivan ha poi sferrato il colpo mortale (“La globalizzazione? E’ in declino”). Ha cioè dimostrato, con dovizia di grafici, che con questo modello di globalizzazione “Non sarà facile uscire da questo quadro, però è necessario. Anche per i riflessi che l’azione politica ha in campo economico”. Curioso che sia stata una signora Banca svizzera, e proprio nel tempio liberal di Davos, a mettere il freno a mano al veicolo della globalizzazione selvaggia proiettato, secondo gli “incompetenti”, verso il burrone, all’insaputa dei “competenti” al volante.

Scegliendo Bagnai, Salvini ha risposto a gran parte degli economisti allineati all’establishment, quelli presenti in tutti i partiti, università, media, talk show, che ripetono in modo ossessivo formulette  identiche, variamente abbigliate, la cui applicazione, secondo loro, in questi decenni ha sparso, e ancor più spargerà in futuro, ricchi premi e cotillons. Nessuno sa se il giochino supererà questo momento critico o salterà in una nuvola di fuffa e di cipria. Di certo, noi spettatori ne vedremo delle belle.

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