Caro dottor Parisi,
pur non conoscendola (abbiamo però amici in comune), le scrivo come gestore di una rubrica giornalistica, ospitata ogni giorno dalla Verità. Le confesso che, da vecchio liberale nature sono molto intrigato dalla sua iniziativa, anche perché ha una vena di follia (ne abbiamo tanto bisogno). Lo scenario politico italiano lo trovo ormai definito, proprio con l’arrivo del suo movimento, “Energie per l’Italia”. Con la probabile vittoria di Matteo Renzi alle primarie del Pd, tutte le figurine Panini andranno al loro posto, o a favore o contro Renzi. Inutile che Silvio Berlusconi finga di agitarsi, sarà la sua spalla (lussata o sana).
La Grande Crisi del 2008, gli errori macroscopici fatti dai premier che si sono succeduti, hanno creato una piattaforma politica riconducibile a quella disegnata da Alexis de Tocqueville in tempi lontani “…in democrazia il popolo ha una passione ardente, insaziabile e invincibile per l’eguaglianza ….è disposto a sopportare la povertà, la schiavitù, la barbarie, ma non tollererà mai l’aristocrazia …”. E’ il nostro caso, dopo la fallimentare, aristocratica, Seconda Repubblica (Ciampi-Draghi-Berlusconi-Prodi-Monti-Napolitano-Renzi), ci presentiamo all’inizio della Terza in modo finalmente chiaro: da una parte l’establishment (Pd renziano e sfridi berlusconiani), l’aristocrazia per dirla con de Tocqueville, dall’altro il popolo (sinistra, destra, pentastellati: giusto ironizzare, ma sono popolo). Dobbiamo essere grati a Matteo Renzi, e alla sua nota supponenza, per aver permesso a noi cittadini di esprimerci su di lui: con un No secco, siamo usciti dal medioevo della “governabilità” e tornati alla sana “rappresentanza” del proporzionale, ove nessuna voce è esclusa, e nessuno può spadroneggiare. Vivo nella liberale Svizzera, e osservo come qua, dall’inizio della crisi, i referendum popolari siano aumentati di numero, e le decisioni importanti del Governo e del Parlamento vengano sempre più spesso cassate dal popolo. E a ragione, il fornicare dei tre partiti “aristocratici” (Plr, Ps, Ppd), tenendo fuori dai giochi il partito più votato, Udc, è politicamente una follia, che stanno pagando.
Secondo lo schema de Tocqueville non ho ancora capito da che parte lei stia. L’ho osservata a La7, è stato perfetto nel definire valori e linea politica del suo movimento (mi ha ricordato Giovanni Malagodi), ma a me interessa l’execution (per noi manager il resto è fuffa) e su una domanda di Lilli Gruber, che non prevedeva subordinate (“lei sta con i tassisti o con Uber”?), lei si è incartato. Riguardi la registrazione, vedrà che con il linguaggio del corpo (quello non mente mai) ha risposto “Uber”, mentre il politico che è in lei, esitando, ha sussurrato: “con nessuno dei due”. Mi permetta, lei non può permettersi di essere percepito come ambiguo su un tema che, per chi sa, rappresenta l’essenza stessa del capitalismo.
Le domande on/off sono culturalmente sgradevoli, lo so, ma dobbiamo accettarle: questo è il mondo binario che abbiamo voluto, gli elettori 2.0. sono figli nostri. Mi permetto, come analista (e pure come suo potenziale elettore) di farle tre domande secche. Le ho fatte prima a me stesso, e ho sofferto, sia a concepirle che a rispondere, ma il momento è buio, ci vuole coraggio, lei ed io, che apparteniamo all’establishment, non possiamo sottrarci.
- Economia. Mette al centro della sua politica il “cittadino tout court” oppure il “cittadino consumatore” (è l’equivalente filosofico-politico di: “sta con i tassisti o con Uber?”)
- Immigrazione. Blocco navale sulle coste libiche (e hub in loco per dividere gli “economici” dai “rifugiati) oppure la confusa logistica attuale: scafisti-Ong-Marina militare-Coop?
- Sicurezza. Quella praticata in casa propria, contro figure esterne che la violano, è sempre legittima difesa, oppure le confuse regole attuali?
Ho letto che lei è “uno dei tanti piccoli azionisti possibili del prossimo governo della nazione, e andrebbe clonato”. Mi rifiuto di riconoscerla in un ruolo da maître. Prima di iniziare la mia analisi, preferisco attendere, se crede, una sua risposta.
Riccardo Ruggeri