Il sacchetto di plastica potrebbe far saltare la valvola della pentola a pressione sociale.

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Da un paio d’anni, senza uno straccio di prova, solo segnali deboli, scrivo di una certezza-speranza e di una percezione. La certezza-speranza è che il Ceo capitalism, sia in difficoltà, pur essendo per ora vincitore sul campo (per non parlare sui media) nei confronti del capitalismo classico, ormai marginalizzato in pochi paesi, però curiosamente i migliori del mondo (quando c’è una crisi, i capitali si rifugiano nel franco, nello yen, nell’oro) come la Svizzera, il Giappone, e la parte più popolare-populista dell’America e del Regno Unito.

Per imporsi ha creato molti nodi, a poco a poco stanno arrivando al pettine. Se le élite vogliono mantenerlo (artificialmente) in vita devono togliere il suffragio universale e spegnere il Web. Tertium non datur. Dare del populista al cittadino, predicare un ottimismo idiota, pretendere che la verità stia nelle fake news di regime, non è una strategia. E’ arroganza.

La mia percezione è che il popolo (mi limito a quello italiano che conosco meglio) sia percorso, sotterraneamente, da un senso di rigetto profondo verso tutto e tutti, che solo ogni tanto emerge con modalità carsiche, e così come arriva, così scompare, aumentando però, a nostra insaputa, la pressione nel sottosuolo della psiche politica di ciascuno di noi.

Il caso dei sacchetti di plastica da 2 cent (uno e due cent non avrebbero dovuto essere eliminati dalla Bce?) è stato paradigmatico. Incredibile la tempesta mediatica scatenatesi sul povero Matteo Renzi, questa volta incolpevole. Questo fatto, all’apparenza irrilevante, si è trasformato nella certificazione del declino del suo mito. Da Sergio Marchionne a Catia Biastioli, dalla Ferrari ai sacchetti di plastica da 2 cent., così si è palesato ai più il declino di Renzi, dopo appena mille giorni. Sarà irreversibile? Lo vedremo fra due mesi.

Inutile che le penne più colte e raffinate, da Mattia Feltri in giù, si stiano esercitando nel ridicolizzare il fenomeno trattandolo da problema. Non è un problema, non deve essere affrontato come tale, suggerendo una soluzione, no questo è considerato dai cittadini come un fatto vessatorio, una violenza psicologica, capace di far scattare la valvola di sfogo delle tante pentole a pressione nel quale il modello ha fatto precipitare i cittadini comuni. Ci siamo ridotti a tante pentole a pressione? Temo di sì, e sarebbe tristissimo.

Giusta, all’apparenza, l’ironia dei colti sul fatto che il “popolino” si sia concentrato su un episodio economicamente irrilevante (2 cent.), oltre tutto con la copertura politicamente corretta di ecologisti in purezza, rispetto agli aumenti delle autostrade o dell’energia. Questo dimostra che le élite, nel momento in cui fanno questo parallelo, sono lontanissime dal pensare comune. Il “popolino” ha da tempo metabolizzato (furibondo) gli aumenti annuali, a inflazione zero, dei pedaggi autostradali, perché ha capito come sia stata un’idiozia privatizzare un monopolio naturale. Così come ha metabolizzato (furibondo) il format della bolletta energetica. Questa da anni contiene oscenità di ogni tipo: possono non aver capito alcuni dettagli ma non è sfuggito loro la filosofia predonesca che vi è alla base.

Quest’anno ne hanno aggiunta una nuova, la “tassa sulla pula” come l’ho definita io, mutuando Quintino Sella. Proprio per la ridicolaggine dei 2 cent. è stata vissuta come l’ultimo peto che ha fatto scattare la pentola a pressione, per dirla nel linguaggio popolare: smettetela di prenderci per i fondelli.

www.riccardoruggeri.eu

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