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C’era una volta il Signor G. Fintamente ingenuo e davvero affascinato dalla stupidità umana, metteva a nudo a teatro (e in TV quando al censura era distratta) le contraddizioni della società e della politica anni settanta, con particolare attenzione all’allegra ferocia del potere. Volto e voce di Giorgio Gaber. Oggi, con la stessa leggerezza sul caotico pianeta di Twitter passeggia il Signor Ceo, che con raffinato realismo fotografa lampi e miserie della rete, nuova bibbia della cultura popolare. Continua a leggere