Cari amici del Blog, per un pò vado a bighellonare per la Svizzera interna, mi svago per prepararmi a presentare America Un romanzo gotico nei luoghi scelti da chi mi invita. Per qualche tempo il Cameo sarà più raro, tanti auguri di tutto cuore di Buona Pasqua.
Nella settimana di Pasqua della mia giovinezza la mamma ed io (rimasti soli troppo presto) facevamo diligentemente le “pulizie pasquali”, un rito che aveva due momenti topici: a) le pulizie vere e proprie, stante i pochi metri quadri dell’alloggio e l’assenza di angoli e di tappeti erano rapide; b) le pulizie dello spirito, con visita del parroco per la benedizione e relative riflessioni morali; la mamma era anarchica e mangiapreti, ma aveva voluto che venissi allevato nella religione cattolica: a me toccava una benedizione doppia.
Da allora, a Pasqua faccio una “pulizia” preventiva dei miei pensieri laici, con gli interlocutori della mia vita sociale del tempo. Ora, fuori dai giochi della routine, vivo sereno nei miei amati interstizi, interloquisco con il pensiero, e per puro divertissement, con i personaggi della mia attività giornalistica.
Pur non conoscendoli di persona, sono ormai entrati emotivamente nella mia vita a pieno titolo, vorrei mandar loro una cartolina di auguri pasquali e un piccolo cadeaux: a ciascuno un pensierino personalizzato, con la lingua non biforcuta dell’adolescenza.
Mi piacerebbe che Papa Bergoglio, al compimento del prossimo quinto anno di pontificato, valutasse anche lui se dimettersi, come fece Papa Ratzinger, quando capì che il mitico discorso di Ratisbona non era stato apprezzato dai suoi nemici, laici e religiosi. Gli stessi che curiosamente hanno dato a Bergoglio, attraverso i loro immensi arsenali mediatici, un’incredibile popolarità. Chissà se, nella sua stanzetta di Santa Marta, avrà usato una delle sue locuzioni preferite: “A me, tutto questo spuzza”?
Mi piacerebbe che Matteo Renzi vincesse le primarie del Pd, consumando la vendetta alla quale tanto anela, uscirà così dalla depressione e potrà ritirarsi con dignità a vita privata, come aveva ipotizzato proprio un anno fa, toccando il massimo della sua popolarità. Come politico il suo ciclo si è concluso il 4 dicembre scorso, perché in un mondo che corre (lui ce lo ha insegnato), dove tutto è focalizzato sul cittadino-consumatore, gli ex premier sono come gli yogurt, una volta scaduti si buttano nell’umido, semplicemente.
Mi piacerebbe che Silvio Berlusconi ritornasse alle olgiettine, seppur da voyeur, come le impone l’età. Scimmiottare i vegani, i crudisti, i fruttariani, dare il biberon agli agnellini, non è da lui. Possibile che non l’abbia capito che ormai è un simpatico nonno 1.0?
Mi piacerebbe che Matteo Salvini abbandonasse l’idea di diventare premier, è una persona perbene, pieno di buon senso, cittadino esemplare, non ha nulla in comune con personaggi opachi dominanti, come Donald Trump, come Angela Merkel, come Marine Le Pen, come Emmanuel Macron.
Mi piacerebbe che Luigi Di Maio prendesse atto della fine del suo ruolo di “sherpa cinquestelle candidato premier”: la scalata finale a Palazzo Chigi toccherà a una giovane donna, Chiara Appendino, stessa sua preparazione di base, ma dal più gradevole congiuntivo.
Mi piacerebbe infine, è quello che più mi sta a cuore, che i magistrati si rendessero finalmente conto che per i politici e per le élite la locuzione “lasciamo lavorare i magistrati” è ipocrisia allo stato puro. Lor signori, e l’apparato mediatico che li protegge, si sentono diversi da noi, non amano essere inquisiti, figuriamoci condannati, il loro mondo era quello rarefatto del porto delle nebbie della vecchia procura di Roma. Per quieto vivere si faccia finta che siano tutti devoti al bene comune, e chiudetela lì.
Festeggiamo in serenità la Pasqua, tanto, tranquilli, per la resurrezione c’è tempo.
Riccardo Ruggeri