Io ci provo. Ho scelto due vincenti, uno del mondo del calcio, uno della politica, giovani, coetanei, ambiziosi (q.b.), di fronte a due decisioni di alto livello tecnico ed emotivo che devono assumere, in tempi brevi.

Dilemma per Andrea Agnelli

# Progettare una squadra, secondo la strategia circolare di Mediolanum, cioè costruire la Juve “intorno” a Cristiano Ronaldo. Primo atto, assumere un allenatore (in modo elegante potremmo definirlo, aziendalista), sempre allineato agli interessi della società. Questa, condannata a difendere l’investimento (stante l’età, folle?) su CR7 abbisogna di un tecnico di normale personalità, psicologicamente gentile verso il potere, che proponga un gioco coerente con il passato glorioso. Allora, ospite in tribuna vip di un amico juventino, assistetti a un’impressionante successione di 1-0 (in casa): tutti merito di Michel Platini. Bisogna tener presente che oggi, tempi del Var, occorre fare almeno due goal per averne uno valido: la famosa sudditanza psicologica degli arbitri (chissà se ci sarà mai stata), tenderà in ogni caso a scomparire, la tecnologia, nel bene e nel male, è come la Rete, spietata.

# Adottare sempre la strategia circolare di Mediolanum, ma costruire la Juve “intorno” a un allenatore-leader, assolutamente fuori dal coro del politicamente corretto (in ambiente juventino significherebbe una rivoluzione culturale, perché deve porsi fuori dalla filosofia di Gianni Agnelli di cui i muri, sia della presidenza, sia dello spogliatoio, sono tuttora pregni). Quindi deve costruire una squadra di giovani navy seal pronti a ogni sacrificio, con Ronaldo uomo di spogliatoio, da rispolverare nelle notti di Champions, come uomo nero.

Dilemma per Matteo Salvini

# Rimanere al potere con i Cinquestelle negoziando in continuazione fino allo sfinimento, giocando sul fatto che in caso di elezioni anticipate gran parte dei loro parlamentari perderebbero il posto mentre i suoi ne sarebbero avvantaggiati. Ha lo stomaco per digerire una guerra di posizione di tal fatta? Le voci romane (per ora solo voci) che parlano di una spallata della Magistratura subito dopo le elezioni è un segnale debole da non trascurare.

# Dopo aver ottenuto in un anno la leadership politica del centro destra, dal 17% al 30% (sic!), prendere atto che è ora di cambiare strategia. Le forze, oscure o meno, poco importa, della reazione si sono coalizzate in una specie di Invincibile Armada: dai giacobini ai gesuiti, dalla magistratura alla grande stampa, da Bruxelles-Bce-Fmi, all’Onu(sic!). Quando la sconfitta è certa, meglio ritirarsi, mimetizzarsi, farsi vietcong?

Che fare? La scelta è solo loro. Presto capiremo di che pasta sono fatti i nostri due giovani leader.

Riccardo Ruggeri
www.zafferano.news