“Avverto il dovere di rivolgere un appello a tutte le forze presenti in Parlamento perché conferiscano la fiducia a un governo di alto profilo.” Quando ho sentito, in diretta, pronunciare queste parole dal Presidente Mattarella, mi sono commosso. Sono tornato indietro di settant’anni, ai due politici (De Gasperi e Einaudi) che hanno ricostruito il Paese e creato le condizioni per il successivo miracolo economico. Lo so che i vecchi si commuovono più facilmente, ma so pure che, per sua natura, un apòta è di norma freddo verso la politica politicante.
Mi sono commosso, perché mi sono immedesimato nel Presidente e nel travaglio che, stante la sua storia personale, doveva aver avuto. Mi sono commosso, perché mi sono immedesimato in Mario Draghi che nella sua posizione di leader (mondiale) di un modello politico, economico, culturale come il CEO capitalism accetti di perdere la sua aureola di tabernacolo (ove sono custodite le ostie benedette del sistema) per gettarsi in un’avventura ove, a livello di immagine, ha tutto da perdere.
Comunque vada a finire, li ringrazio come cittadino che ha votato nel 2018. I primi colpevoli di questo sfacelo siamo noi cittadini votanti, siamo noi che abbiamo votato il peggior Parlamento di tutti i tempi, dove ignoranza e inettitudine l’hanno fatta da padroni, fin dal primo giorno. E ci abbiamo messo tre anni per liberarcene, dopo aver praticato tutti gli incroci possibili, andando addirittura a cercare, fuori dai 950 eletti (sic!) un cittadino qualsiasi per governarci. Costui, immagino a sua insaputa, ci ha fatto perdere tre anni, e noi abbiamo rovinato lui, facendogli credere di essere ciò che non era, e mai sarà. Un reciproco disastro.
Mario Draghi e Sergio Mattarella scelgano le persone di alto profilo che credono, non negozino nulla con questi partiti, con questi pseudo leader, figuriamoci poi ascoltare ridicole piattaforme digitali.
Che Dio vi protegga e ci benedica.