Hanno applicato alla Brexit lo stesso protocollo della mucca pazza

Quindici giorni fa fu Brexit. Sempre la assocerò al volto devastato dalla stanchezza e dall’ira di Beppe Severgnini, che da Londra raccontava a La 7 quella notte per lui sconvolgente: il popolo aveva votato contro le élite, gli inglesi contro i londinesi. La frittata era fatta, servita su un letto di lettuce, il mondo non sarebbe stato più stato lo stesso.
In filigrana mi apparve un’altra immagine (letteraria), quella di Paul Bäuer, personaggio di “Westen Nichts Neues” (Niente di nuovo sul fronte occidentale) di Erich Maria Remarque. Paul, 19 anni, scrittore dilettante, pieno di sogni, va a combattere, in quella che sarà la Grande Guerra. Oggi Paul sarebbe il prototipo del giovane Erasmus, chissà se nella versione “A” (“ecco un futuro leader”) o nella versione “B” (“vado all’estero ad amoreggiare per un anno, a spese dell’Europa”). Paul muore nel penultimo giorno di guerra, lo trovano con la faccia in giù, lo girano, scoprono un viso sereno, quasi fosse contento di questa fine. Il Comando tedesco sintetizza così quella giornata di stanca, prima della fine: “Niente di nuovo sul fronte occidentale”.

Suggestivo, e se lo usassimo per il dopo Brexit? In UK si dimettono tutti, vincitori e sconfitti, che bello! È quello che dovrebbero fare tutti i leader occidentali, diverse le motivazioni, identica la necessità.
Studiando queste élite da anni, sia nei loro segnali deboli, sia nei loro ridicoli linguaggi del corpo, ho molti dubbi che i 27 premier, e il loro compare Draghi, siano all’altezza di salvare questa Europa. Perché? Non hanno la statura per fare le due (uniche) mosse necessarie: a) riformare dalle fondamenta l’Unione; b) dare una risposta definitiva al profondo malcontento dei popoli, tornando al capitalismo classico, coinvolgendo il popolo nella sua ricostruzione, come avrebbero dovuto fare fin dall’inizio.
Si osservi come gestiscono il malcontento. Essendo politicamente dei vigliacchi, interessati solo a essere rieletti, il malcontento cercano di dirottarlo verso la Commissione, fingendo di non essere loro i responsabili di questo disastro.
Le élite hanno trattato il caso Brexit secondo lo stesso protocollo del morbo della mucca pazza. Giocano con la Scozia secessionista senza capire che Paesi baschi e Catalogna non aspettano altro, fanno dichiarazioni bellicose (“inglesi fuori subito!”, “Dio li stramaledica!”) ma non hanno neppure la forza politica di accelerare i tempi del divorzio, figuriamoci adottare misure punitive, e poi, perché? Si sono mostrati per ciò che sono: un G7 di eunuchi.
Per fortuna che sopra costoro c’è il tanto vituperato Mercato. Sarà proprio lui, di cui si riempiono la bocca, senza conoscerne i meccanismi profondi, che gestirà il dopo Brexit, forse lo farà persino regredire, come fosse un tumore.

È nelle crisi che si valutano le leadership. Le attuali fanno pena, ma loro non ne sono consapevoli, inutile contrastarle, dobbiamo attendere che arrivino al dessert, e si chiedano che cosa lasciano ai millennials, i nati dopo il 1985. In positivo, un dono immenso: un’Europa senza guerre. Per il resto, solo disastri: un debito pubblico che continua ad aumentare (chiunque sia il premier), periferie in via di implosione (salvo quelle simil Parioli, le stesse che eleggono costoro), una crescita che definire anemica è ottimistico, enormi problemi sottesi all’immigrazione, la minaccia terroristica islamica (pardon, islamica non si può dire), un settore bancario che, salvo due banche serie, è fatto di tante piccole, corrotte Etruria. E si potrebbe continuare. Qua non voglio trattare un tema alto, i valori giudaico-cristiani di cui queste sciagurate leadership hanno fatto scialo.
Scopriamo che queste leadership europee sono talmente svagate da non avere neppure un worst case scenario, sono ridotte all’insulto verso i loro cittadini: “vecchio!”, “giovane bianco ignorante!”, “povero!” Chiacchierano, chiacchierano, mentre il bonzo di Francoforte minaccia bazooka, elicotteri e altre ridicole macchine da guerra, in realtà, nei sotterranei, stampa moneta con metodi antichi, che i giovani Erasmus (quattro gatti), ma soprattutto i no Erasmus (cioè tutti i giovani) dovranno pagare. Che tristezza.

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