DE LAURENTIIS-AGNELLI: IL CAMEO NON CAMEO

Per la prima volta da quando ho scritto il Cameo 0001 (circa tre lustri fa, per mia dabbenaggine ho perso il conto, immagino siano più di 2000 meno di 3000) pubblicato, con grande coraggio editoriale, da Libertà di Piacenza (direttore l’amico Gaetano Rizzuto) mi devo avvalere della tecnologia e della prudenza. E’ chiaro che questo è un “Non Cameo” in quanto manca dei requisiti tipici del Cameo: a) trasparenza assoluta, coraggio giornalistico; b) utilizzo di un’intervista televisiva a uno dei due presidenti coinvolti, in quanto, sempre per mie carenze professionali, non sono stato capace di trasferire su carta la risposta del Presidente Agnelli. Lui, avendola data a una tv, ha giustamente utilizzato il linguaggio del corpo e i pochi suoni emessi sono risultati poco chiari. Per rispetto verso la verità ho preferito riportare l’originale SKY trovato sul Web.

La storia è nota. Una decina di giorni fa il Genoa, con un paio di giocatori positivi, lasciati a casa, va in quel di Napoli (in questo momento la Campania è ai primi posti per tassi di infezione), gioca la partita, si becca, come dicono i colti, “6 pere 6” dalla squadra di Rino Gattuso, detto Ringhio, torna a Genova e scopre che ha una ventina di positivi fra calciatori e collaboratori. Come ovvio la successiva partita con il Toro viene rimandata. La Lega Calcio fa un protocollo per regolarizzare in futuro i comportamenti da assumere.

Il Napoli trova un paio di positivi, la ASL di Napoli, seguendo un suo Protocollo, mette tutta la squadra ai domiciliari, vietando implicitamente la trasferta a Torino. La Lega Calcio e la FIGC impongono invece che si giochi comunque. Siamo in presenza di uno scontro mortale fra Protocolli. Fingendo di non sapere che il Napoli non è neppure partito, si svolge sul campo di Torino alle 20,45 una curiosa sceneggiata, come ovvio nel rispetto del Regolamento, e l’arbitro certifica l’ovvio: i giocatori del Napoli non ci sono. Si immagina che nei prossimi giorni il Gran Giurì, applicando il Regolamento, darà partita vinta alla Juve per 3-0. I napoletani spiegheranno che loro si sono attenuti a un altro Regolamento che ritengono di grado gerarchico superiore. E la polemica continuerà nei secoli dei secoli.

I miei azionisti-lettori hanno preteso che, nello stesso pomeriggio di domenica 4 ottobre, assumessi una posizione netta. Non me la sono sentita, per codardia, il mix virus-calcio è micidiale, se sbaglio una virgola i radical chic, che mi hanno già messo ai margini, mi distruggerebbero definitivamente. Allora la prendo alla larga: mi rifugio in un tweet ironico, usando il termine “poetico” mutuato da uno dei loro leader, il noto magistrato tv Gianrico Carofiglio:De Laurentiis & De Luca: un’accoppiata poetica”. Poi un altro, più coraggioso, rivolto alla Lega Calcio “Se la Lega fa la dura si suicida”. Un lettore insorge, pretende che aggiunga Calcio altrimenti si potrebbe pensare alla Lega di Salvini. Lo faccio subito, scusandomi. Infine un tweet messaggio a Lega Calcio e al Governo: “Si renderanno conto che stanno distruggendo il Calcio?” I miei follower applaudono.

Non basta, i miei azionisti-lettori però non mollano, vogliono la ciccia (mia). Crollo, mi faccio prudente, quasi cortigiano. Scrivo un tweet miserabile “Prima di parlare di Juve-Napoli vorrei capire con chi stanno i radical chic, gli unici autorizzati a darti la patente di “negazionista”. Una delle due squadre è negazionista. Quale?”.

Alla fine trovo la quadra. Scelgo di stare con l’ASL di Napoli. Cioè sto con il suo superiore gerarchico, il Ministro della Salute Roberto Speranza, quindi con la Sinistra radical chic estremista che rappresenta, ergo con Walter Ricciardi, quindi con l’etiope Tedros Adhanom, ergo con Xi Jinping, quindi con Bill Gates. Sono nella filiera giusta, posso andare a dormire sereno e domani spedire al mio Blog il Cameo non Cameo. Come al solito chi vuole lo riprende o meno, a suo insindacabile giudizio. Gratis.

Zafferano.news

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