Ai lettori del Cameo “Auto elettrica e a guida autonoma”

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Due giorni fa è uscito su Italia Oggi, sul mio Blog (riccardoruggeri.eu), su Twitter (@editoreruggeri), un Cameo che ha avuto tre titoli diversi: “L’auto elettrica è una bufala”, ovvero “Per ora l’auto elettrica non è altro che un ballon d’essai”, o più banalmente “Auto elettrica, e a guida autonoma”. Mi sono arrivate diverse centinaia di risposte-commenti sotto forma di mail, tweet, telefonate, addirittura due inviti a tenere una conferenza sull’auto elettrica (no, grazie). Fra i lettori si sono aperti dibattiti, tecnici o filosofici, che ho apprezzato ma sui quali non sono intervenuto. Lo faccio ora. Sia però chiaro, io non sono né un esperto, né un Guru, mi accontento di essere un apòta.

Nello stesso giorno Repubblica pubblicava un inserto di 32 pagine intitolato “La Scossa”, sottotitolo “L’auto elettrica pronta per l’invasione” (chiara la linea editoriale del giornale liberal per eccellenza). Su tale supplemento si sono esercitate le migliori firme dell’automobilismo, ed è stato tutto un peana, un inno dedicato alla divinità Tesla e a Elon Musk. Solo a pagina 19 si trova un pezzo dell’amico Francesco Paternò, titolare di un blog specialistico (Carblogger) e studioso serio del mondo dell’auto, che racconta, sottovoce, i primi guai di Tesla, con una notazione “A sorpresa, a Wall Street le azioni Tesla vanno giù”.

Poi scoppia la polemica Enel versus Marchionne (via Eni) sul metano. Il primo finge che sia possibile la sostituzione totale dei combustibili fossili, il secondo prende atto che, non avendo investito sulla modalità vincente (ibrido), intende ripiegare sul metano, come carburante del “durante” (sto con Marchionne, è mossa managerialmente ineccepibile la sua)

Avendo passato la mia vita nel mondo delle “Ruote” (auto, trattori, camion) e della componentistica auto (motori, batterie, etc.) è evidente che il nostro sogno nascosto è sempre stata la propulsione elettrica, oltretutto tecnologicamente banale rispetto alla complessità del ciclo Otto e Diesel, oppure, in via subordinata, la sostituzione del petrolio con l’idrogeno. Il problema era (ed è) l’execution. Così come nel mondo della produzione di energia il sogno è tuttora quello del nucleare pulito (fusione fredda). Secondo Aldo Pizzuto (direttore Ricerche Enea) fra 50-60 anni le rinnovabili rappresenteranno il 30% del fabbisogno di allora mentre fossile e nucleare il 70%. Se così fosse di cosa parliamo? Vero? Falso? Non lo so.

Il mio Cameo non presentava ricette o contro ricette, si limitava a riportare alcune ovvietà: l’assoluta mancanza di seri studi di fattibilità sull’auto elettrica di serie, supportati non da chiacchiere o magiche slide ma da una execution effettiva. Per esempio, il Ttm, il time to market effettivo della Tesla manca, l’uscita viene spostata sempre più in là, chi sa di auto sa che quando ciò avviene il flop diventa probabile (per questo il titolo in borsa cede). Poi i personaggi che propugnano il ceo capitalism, non sanno di cosa parlano ma parlano lo stesso, ergo sono sempre in totale confusione. Lo scrivo in grassetto, fra i desiderata e i fatti, fra gli obiettivi e l’execution c’è la realtà, c’è la vita. Non sono disponibile a discutere di desiderata e di obiettivi, o delle visioni visionarie di individui come Elon Musk. Portino risultati certi, si analizzino, poi si valutino. Il resto è politicamente corretto, è noia.

www.riccardoruggeri.eu   Riproduzione riservata

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