Il Virus di Wuhan, e il suo cuginetto, il Vaccino, stanno perdendo colpi nel mondo dei talk show. Se non ci fossero le varianti a mantenere vivo il chiacchiericcio fra radical chic simil virologi saremmo alla frutta. Profetizzano: “a fine anno saremo tutti gregge”. Sarà finita? Ci vaccineremo una volta all’anno per farci diventare semi immortali? Vedremo. Temo che un bilancio serio di questi due anni (morti per milione di abitanti, perdita del PIL, ruoli e responsabilità) non si farà mai. Sarebbe troppo imbarazzante per le leadership UE e nostrane. Speriamo nei magistrati di Bergamo.
Tornerà prepotentemente in evidenza il tema del clima? Ricomincerà un nuovo festival delle chiacchiere, sostituendo Clima a Virus, fenicotteri a pipistrelli? I climatologi ci libereranno dei virologi? Ci sottoporranno a un’impronta carbonica personale alla quale dovremo attenerci? Un Nobel indiano ha dettato i tre obiettivi base per noi umani: 1 “Emissioni Zero”; 2 “Concentrazioni di Ricchezze Zero; 3 “Disoccupazione Zero”. Per quel che lo conosco, neppure Dio pretenderebbe tanto.
Joe Biden ci ha rassicurato che l’America è rientrata negli accordi di Parigi e intende “giocare un ruolo guida”. Mi sfugge cosa significhi tutto ciò in termini di execution. I “numeri” (mi avvalgo solo di dati certificati svizzeri) dicono che la Cina di Xi Jinping produce il 28% delle emissioni globali di CO2, vale a dire più di Stati Uniti e UE messi insieme. Da questo numero (drammatico, quindi trascurato dalle élite) si dovrebbe partire.
Il ruolo guida spetterebbe alla Cina che, come futuro Paese leader del mondo (2028), dovrebbe proporre regole rigidissime, dando l’esempio, per politiche sostenibili a sempre minor impatto ambientale. Ma non è così, anzi è l’opposto. La Cina ormai è la “fabbrica del mondo”, la crescita cinese ne è la “locomotiva”, ma il fabbisogno energetico per ora è dominato dal carbone. Inutile girarci intorno, il suo PIL è quasi esclusivamente “carbonioso”. Al punto che il Governo impone di produrre e di importare solo più auto elettriche, ma mette in costruzione 25 mega centrali a carbone (sic!) per alimentarle. Genialata markettara o disprezzo verso la nostra intelligenza?
Da quarant’anni la posizione della Cina è sempre la stessa: firmare ogni accordo sul clima, purché volontario”, come quello di Parigi, ma non rispettarlo, se non le conviene. Infatti, mai vennero rispettati. Cinque anni prima della loro scadenza, fanno un nuovo accordo, proiettato a “vent’anni data”, inventandosi obiettivi straordinari, che “volontariamente” non rispetteranno. Un giochino stucchevole.
Xi Jinping dice: “Tocca agli occidentali ridurre i consumi di energia, e quindi il PIL, visto che le loro ricchezze le hanno costruite grazie all’energia fossile bruciata nel secolo scorso. La Cina è ancora alle elementari, mentre Stati Uniti e UE sono già al liceo. Non è giusto chiederci di prendere il diploma di laurea insieme. Abbiamo responsabilità comuni, ma “differenziate”. E grazie a quel “differenziate”, l’Occidente deve auto castrarsi, mentre loro, continuano a farsi di viagra, e stuprano il mondo intero. Lo dicono tranquillamente, aumenteranno le emissioni carboniose fino alla fine del piano quinquennale, anche se Xi, con incredibile faccia di bronzo, si impegna, a parole, a portare a zero il CO2 nel 2060. Sulla parola, senza dichiarare con quali tecnologie e con quale cronoprogramma.
Se ne è accorta anche Greta Thunberg, lei almeno ha avuto il coraggio di dirlo, chiedendo execution e non obiettivi. Brava! Si sta accorgendo che questi birbanti gialli e bianchi la stanno prendendo in giro, come fanno con noi. Benvenuta nelle cucine della servitù, cara Greta.
Quando Joe Biden dice che entro il 2030 abbatterà le emissioni di gas serra del 50% dovrebbe aggiungere con quali tecnologie e con quale cronoprogramma. Nel 2021 sono state censite in America 1.852 centrali elettriche “sporche” (alimentate a carbone/idrocarburi). Significherà che ne chiuderà 10 al mese? Mente o ci prende in giro?
Nel frattempo, prima di sedersi al tavolo del “Clima”, alla Cina si chieda conto del genocidio demografico e culturale degli uiguri in corso da anni, dell’eliminazione delle leggi liberticide a Hong Kong e così via. Per noi liberali nature la libertà viene prima del business, non si può essere partner commerciale di uno Stato che non rispetta i diritti umani. Punto.