■ Caro Ruggeri, la ringrazio molto per avermi dedicato il suo Cameo. Rispondo subito alle domande «secche» che mi ha posto.
Cittadino o cittadino consumatore? Cittadino.
Non siamo solo consumatori. Siamo anche imprenditori, professionisti, dipendenti, lavoratori autonomi. Il nostro è un capitalismo popolare. Si, ha ragione, ha notato dal linguaggio del mio corpo che la risposta alla domanda di Lilli Gruber era sofferta. 11 cuore mi diceva «Uber». Io stesso ho fondato e sono azionista di un’azienda che sul Web fa concorrenza alla distribuzione tradizionale di film e alla pirateria, con costi ridotti e la possibilità di raggiungere chiunque ovunque. Purtroppo sale cinematografiche, grandi broadcaster e siti criminali sono molto ma molto più protetti dei tassisti. Credo che la concorrenza dei nuovi protagonisti della nostra vita quotidiana (Uber, Airbnb, Booking online, per esempio) possa essere una grande opportunità per i consumatori ma possa distruggere interi mercati popolati da operatori che sono entrati in questi mercati in altre epoche, quando la soglia di accesso era alta e gli investimenti ingenti. L’entusiasmo dell’élite di sinistra verso tutto quello che è digitale è stato uno degli elementi che ha fatto perdere ai democratici le elezioni negli Usa. Poi detesto i comportamenti corporativi e violenti di quei tassisti che bloccano le città e minacciano i loro colleghi.
Blocco navale per gli immigrati o il confuso status quo? Bisogna fermare l’immigrazione. Oggi non si vuole fare perché ci sono precisi interessi (Ong, cooperative, Pd) che tengono le maglie degli arrivi larghe, coprendo i loro affari con la retorica ipocrita dell’accoglienza e dell’integrazione. Ma i blocchi navali non servono a nulla. Gli stranieri arriverebbero comunque. Dobbiamo essere rigorosi in Italia, stringere le maglie, pretendere rispetto delle regole e della nostra cultura. Nello stesso tempo l’Europa deve sostenere lo sviluppo nelle aree da dove provengono gli immigrati per dare loro il diritto di trovare lavoro nei rispettivi Paesi. L’immigrazione è un fenomeno epocale, può distruggere la nostra società. Dobbiamo affrontarlo con lungimiranza, l’ipocrisia e gli slogan non servono a nulla.
La difesa è sempre legittima? Si.
Caro Ruggeri, credo che oggi l’Italia vada ricostruita. Credo che la cosiddetta Seconda Repubblica abbia disastrato il nostro Paese e la nostra società. Credo che il sistema maggioritario abbia costretto gli elettori a scelte politiche più dettate dal dover essere contro lo schieramento opposto che a favore del proprio. Sì, perché il sistema maggioritario ha fatto perdere identità alla politica mettendo insieme pensieri ideali, programmi troppo lontani tra di loro. Credo che le categorie della politica del secolo scorso non siano più d’aiuto per interpretare la nostra epoca.
L’élite politica ha continuato a guardare la società con le lenti del Novecento e ha perso il contatto con il proprio popolo. Sono convinto che il grande successo elettorale del Movimento 5 stelle derivi proprio dall’incapacità della politica di capire la nostra società. I un voto arrabbiato, indignato, che vuole farla pagare cara alla politica.
Oggi, quello che noi vogliamo fare è ricostruire un rapporto di fiducia con le persone del nostro popolo, liberale e popolare. Però anche noi dobbiamo fare i conti con le nostre « categorie ». I liberali, nel secolo scorso, erano una qualificata minoranza. Perché quel liberalismo era elitario, era ideologico, era capito solo dalle élite. Il servizio dei taxi e degli noleggi con conducente interessa i redditi medio alti, il popolo usa il tram.
Energie per l’Italia vuole interpretare in modo nuovo r es-sere liberali. Le politiche liberali devono essere capite da tutti. Devono diventare popolari. Dobbiamo liberare le persone, le famiglie, le imprese dal peso di uno Stato inefficiente, arrogante, costoso, ignorante, che ci considera sudditi, che ci ha abbandonato. Lo Stato e la politica ci hanno lasciati soli di fronte al problema della sicurezza, del lavoro, dell’immigrazione, della famiglia.
E allora dobbiamo ricostruire la politica per ricostruire uno Stato nuovo. E dobbiamo ripartire dal rapporto con le persone, dobbiamo riportare le persone nella società perché essa sia in grado di alimentare il pensiero politico e la qualità degli uomini e delle donne che vogliono mettersi a disposizione degli altri.
Ecco da che parte sto. Sto dalla parte di coloro che vogliono liberarsi dallo Stato arrogante, che sono contro l’assistenzialismo, che vogliono essere sicuri e liberi. Liberi di creare benessere e ricchezza per loro e per le loro famiglie.
Stefano Parisi