Ultimamente ho dedicato svariati Camei all’Europa, all’euro, alla Signora Merkel, al nostro governo. Mi pareva di scrivere sempre le stesse cose, sono allora tornato indietro di 5 anni, al Governo Monti. Giudicai positivamente la sua prima legge, la “Riforma Fornero”, un atto dovuto. Dopo quella non ne imbroccò più una. Con Letta, con Renzi poco cambiò. Ripubblico un Cameo del febbraio 2012. Lì c’era già tutto, cosa è cambiato? Oggi abbiamo solo più debiti, più disoccupazione, meno welfare, meno ricchezza, in Europa siamo sempre più trattati da liberti e non da cittadini, in Italia non sappiamo più dialogare, l’odio reciproco la fa da padrone, il modello in essere riduce sempre più cittadini a consumatori-zombie. Cinque anni buttati. Eccolo.
“Dopo 2 mesi di governo Monti tento una sintesi. I tedeschi, che dieci anni fa avevano le pezze al culo, con questo modello si sono arricchiti (ancor più si arricchiranno in futuro): a loro tutto il surplus, agli altri tutto il deficit. Ora vogliono fare i “padroni” senza assumersi però costi e responsabilità. Dicano la verità: “non vogliamo consolidare i vostri debiti, punto”. E’ giusto, ma allora, in amicizia, abbandoniamo tutti insieme l’euro, nulla c’è di più solidale di una moneta: l’Europa dei 27 resta come zona di libero scambio, ma finiamola con questa sceneggiata “dentro-fuori”. Io sono orgogliosamente italiano, ma non ho dimenticato la storia, lo confesso non mi fido dei tedeschi: hanno la fissa di dominare i paesi vicini, un tempo con gli alamari, ora con lo spread. Intendiamoci, li ammiro, a gestire la normalità sono i più bravi, di fronte alle grandi scelte si rivelano degli assoluti incapaci.
Purtroppo, a fronte di una scaltra Merkel ci sono leader o complessati, o miti, o vili. Monti ci dice che uscire dall’euro ci costerebbe il 30% della nostra ricchezza, può darsi, ma quanto costerà rimanerci? Conoscendoli, penso che quando avremo perso le quote di mercato industriali di loro interesse, liquidati a prezzi di saldo tutti i gioielli di famiglia, ci concederanno di diventare “liberti europei”. E’ la profezia di Niall Ferguson sull’Italia del 2020: “25% pensionati, 20% disoccupati-zombie, i rimanenti servitori estivi (con voucher) dei turisti tedeschi”.
E in Italia cosa sta succedendo? Dopo un paio di mesi abbiamo capito che Monti è come gli altri, conferma il bando di aglio e cipolle dalla cucina di Palazzo Chigi, aumenta in modo folle le tasse: con lui siamo arrivati (grazie Professor Ricolfi, solo i suoi dati sono limpidi) a un Total Tax Rate per le imprese del 68,6%. Manda uno squadrone di lancieri a Cortina per scoprire ovvietà, detta comunicati stampa circa gli scontrini fiscali di un ignoto zampone. Che altro? Le liberalizzazioni sono di grana grossa, fatte per inventarsi posti di lavoro inutili e di bassa qualità (tassisti, neo farmacisti, etc.), e poco altro.
Possibile che nessuno gli abbia detto dove occorrerebbe spendere intelligenza, determinazione, durezza? C’è un 30% del territorio nazionale che crolla, dove leggi e regole non valgono, la moneta è un euro color pece, sconosciute le norme igieniche, di sicurezza, antinfortunistiche, la tracciabilità è un optional. I Sindacati? Tacciono, al primo tentativo di imporre i mitici “diritti”, centinaia di migliaia di posti di lavoro salterebbero. Tutti fingono di non sapere che il 25-30% del nostro Pil, se dovesse pagare il 68,5% di imposte (servono per mantenere 500.000 impiegati pubblici inutili), evaporerebbe di colpo. Si capisce l’imbarazzo di Monti di applicare colà la legge, significherebbe “militarizzare” il territorio. Non l’hanno fatto i suoi predecessori, persino Mussolini lo tentò, ma fece subito retromarcia. Meglio colpire i soliti tassisti, le streghe della modernità. Se questo è il contesto, e lo è, che fare?
Auguriamoci che Monti, con il limite tipico dell’intellò colto-presuntuoso, troppo ricco di intelligenza per il ruolo, capisca che ha imboccato la strada sbagliata, che i cittadini italiani non sono zombi miti e sorridenti come recitano i suoi algoritmi socio-culturali, ma individui di normale intelligenza, dal sesso risolto, a volte persino ricchi di humor anglosassone e di sobrietà teutonica.”
Riccardo Ruggeri