Brioche & Cappuccino (20 settembre 2016) Guai cadere, ti calpestano

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Mio nonno (voleva lo chiamassi Nonno Stalin) parlava per slogan, ripeteva spesso “Riccardo, guai cadere, ti calpestano”, non capivo perché. Un giorno la nonna mi spiegò che in uno sciopero alla Fiat contro Mussolini (3 marzo 1944) il nonno cadde e fu calpestato dalla polizia, conosciuto questo fatto la mia ammirazione per lui aumentò. “Guai cadere, ti calpestano” è una frase che uso spesso, ne ho diritto, il copyright è nostro, oggi la uso per la Signora Merkel. Verso di lei son passato dal disprezzo, all’’ammirazione, al disprezzo (come ovvio politico). Il modo con cui è andata al potere è stato spregevole, so di alienarmi le simpatie dei politologi professionisti, per loro “uccidere il padre” (nella fattispecie Helmut Kohl) è un refrain chic al quale sono legati. Poi, per molti anni l’’ho ammirata perché lei è stata garante del necessario rigore in economia, non confondendo mai rigore e austerità, cosa che fanno tanti riempiendosi la bocca di “crescita, crescita, crescita” e non crescono mai, perché con le loro politiche non è possibile. Poi il potere (volerlo mantenere a ogni costo, quando non lo meriti più) l’’ha cambiata nella testa, prima l’’invito ai rifugiati di venire in Europa, poi quando si è accorta dell’ errore, anziché chiedere scusa, e fare retromarcia, ha fatto l’’osceno accordo col politicamente criminale Erdogan. Il tempo dei G7 è finito, prendiamone atto, si ritirino a vita privata. Chapeau a Cameron che lo ha fatto per primo, è caduto, ma non è stato calpestato, lui.

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