La più grande epurazione della storia italica

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Neppure Benito Mussolini era giunto a tanto. In una fredda domenica d’inverno tre italiani su quattro, semplicemente barrando una scheda, hanno fatto la più grande epurazione di classe dirigente di tutti i tempi. Per costoro peggio di una guerra persa. Spazzate via tutte le sfumature di rosso (la crème de la crème delle élite si è barricata nella loro ultima ridotta, Milano Centro, ora Stalingrado 2.0), cancellate parte delle sfumature di azzurro, annullati salotti, terrazze, spiagge esclusive, colpite da una Bolkestein leghista di ritorno.

Assisto, stupefatto, a un affannoso riposizionamento di politici, di economisti, di prufesur, di media, di giornalisti, di grand commis, e, giù per li rami, tutti i butler di ogni ordine e grado, servitù compresa. Temo che per alcuni sia tardi, specie quelli che non sapranno rimuovere in fretta il principio di realtà. Chi di noi aveva detto in occasione dell’elezione di Trump: “Che ne sarà dei media se non sapranno condizionare l’opinione dei cittadini”?

Facile prevedere, come ho fatto in tempi non sospetti, che avrebbero vinto i “giovani” (Luigi Di Maio, Matteo Salvini, Giorgia Meloni), e perso, rovinosamente, i “vecchi” (Matteo Renzi, Pietro Grasso, Emma Bonino) e il “grande vecchio”, Silvio Berlusconi. I migranti hanno, per prudenza, preferito non partire dalla Libia rimanendo acquartierati nei campi Onu, Marco Minniti, incredibile ma vero, abbattuto a Pesaro, Paolo Gentiloni surgelato nella Roma papalina, Monsignor Galantino agli esercizi spirituali in qualche convento, le navi Ong in rotta verso i cantieri del Nord, per una manutenzione straordinaria, tombale il silenzio di George Soros.

Il tripolarismo si è sgonfiato, come neve senza sole, siamo tornati a un nuovo bipolarismo, però con due attori nuovi di zecca, Di Maio e Salvini.

Rientrati nell’oblio, e subito diventati desueti, termini tolti dalla polvere della storia, come fascismo, razzismo, xenofobia e, incredibile ma vero, il mitico populismo. Questo è tornato al suo significato autentico: volontà popolare. Spazzate via le fake news istituzionali e gli hacker, troll, bot di Vladimir Putin. Noi elettori non abbiamo avuto bisogno di aiutini di spie venute dal freddo per decidere. Ma il vero grande sconfitto è il modello elitario che ci sta dominando da un paio di decenni. Il compito immane dei vincitori sarà riportare al centro del mondo il lavoro (i consumatori dovranno tornare a un ruolo ancillare dei lavoratori), la vita vera esaltata in luogo dello stile di vita, messa a cuccia la globalizzazione selvaggia, ritornare al pieno impiego, unica modalità che ci allontana dal disagio, economico e psichico.

I veri vincitori sono stati gli italiani, hanno fatto una scelta secca, al limite del cinismo, come solo il popolo sa fa fare negli appuntamenti con la storia, mi ha ricordato il 18 aprile del 1948. Tutto il Nord, ricco, europeo, “digitale”, a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni, tutto il Sud, povero, “analogico”, a Luigi Di Maio. Toccherà a Di Maio e a Salvini trovare la quadra, nessuno può governare senza tener conto dell’altro, devono disegnare una nuova Italia, capace di fondere queste culture e interessi, sia del Nord sia del Sud.

E gli altri, compreso l’establishment, che fine faranno? Mi ricordano l’aristocrazia torinese legata ai Savoia, concentrata nei palazzi di via della Rocca e di piazza Maria Teresa il giorno dopo la vittoria del Si al referendum Repubblica-Monarchia. Per anni li vidi passeggiare senza meta, fantasmi elegantissimi e profumati, discreti.

Buona fortuna e lunga vita, cara Italia.

www.riccardoruggeri.eu

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