La Consulta ha deciso che l’Italicum è parzialmente incostituzionale, a pelle i cittadini lo avevano già percepito. Se ti agiti scompostamente, metti la fiducia su una legge di tale impatto politico, è ovvio che qualcosa “spuzza”, direbbe papa Bergoglio.
Dopo l’Acerbo, la “legge truffa”, il Porcellum, l’Italicum, lasciamo perdere il maggioritario, noi italiani preferiamo la rappresentanza, piuttosto che essere governati dalle leadership di questa fallimentare Seconda Repubblica. L’uomo solo al comando lo accettiamo solo per la Protezione civile, ma lì non ce lo danno. Curioso.
Alle prossime elezioni sarà, come al solito, l’establishment a fungere da “king maker”. Il paese è spaccato, non fra destra e sinistra, ma fra “alto” (establishment, 10%) e “basso” (popolo, 90%). Questi si oppone all’establishment non per ideologia, ma per i loro errori di strategia, di comunicazione, di comportamento, vorrebbe semplicemente che andassero tutti ai giardinetti. Questa volta (potrebbe essere l’ultima, prima del botto) l’establishment ha due opzioni: puntare o sull’”usato insicuro” (Matteo Renzi) o sul “non usato sicuro” (Paolo Gentiloni o altro).
Saranno elezioni simili a quelle del 18 aprile 1948, dove emerse l’anima moderata degli italiani (allora con un occhio rivolto a sinistra, ora a destra): ipotizzo, come allora, una partecipazione molto alta. Di più, se ci fosse Renzi candidato, molti andrebbero ai seggi solo per abbatterlo.
Da anni studio con estremo interesse (culturalmente li trovo interessanti, legati come sono alla cruda realtà) quello spicchio (rilevante) di popolo che i sondaggisti battezzano “non votanti”, “schede bianche”, “indecisi” (spesso è il mio caso, sono indeciso fino all’ultimo, causa la costrizione del maggioritario a scegliere spesso fra due nullità). Questo spicchio di popolo se va a votare diventa determinante, perché non cade nella trappola del finto gioco democratico: fra “alto” e “basso”, sceglie “basso”.
Le élite più intelligenti dell’Occidente, quelle anglosassoni, per sopravvivere al cambiamento in essere, si sono spaccate. In Uk dopo Brexit è prevalso lo spicchio di establishment alla Theresa May: il capo del partito conservatore ora parla come Maurizio Landini. In America, il vecchio establishment repubblicano (e i giovani “dem”) si sono (finalmente) rivoltati allo strapotere del partito della nazione Clinton-Bush-Obama, che in un quarto di secolo ha distrutto gran parte dei valori dell’America costituzionale. Si sono inventati Donald Trump. L’establishment francese potrebbe aver trovato l’antidoto a Hollande-Marie Le Pen in François Fillon, un ircocervo.
In Germania vedremo cosa decideranno i cristiano bavaresi della Csu: suicidarsi con Angela Merkel o cambiare cavallo?
Se il nostro attuale establishment riuscisse a decodificare il messaggio profondo del No al referendum, capirebbe che sarebbe nel suo interesse abbandonare l’”usato insicuro”, Renzi e puntare l’ultima fiche disponibile sul “non usato sicuro”. Per quello che vale (nulla), sono convinto che l’Italia goda di un momento magico per risolvere il tema immigrazione, questo sì sarebbe un aspetto che potrebbe modificare i risultati del voto, altrimenti segnato.
L’accoppiata Gentiloni-Minniti potrebbe riuscirci. Dovrebbero applicare, con brutalità, il protocollo Salvini: porte aperte a chi fugge dalle guerre (non dalla fame), no agli altri. Certo, ciò significa il blocco delle partenze dalla Libia, gestendo in modo fermo ma intelligente il problema “acque internazionali-acque libiche” (senza ipocrisie, blocco navale). La nostra Marina, mi dicono stufa di fare da badante agli scafisti, saprebbe cosa fare.
Il momento è ideale per prendere atto che un grande paese non può più accettare il modello di business degli scafisti filo Isis: loro incassano il nolo, noi effettuiamo il trasporto e ci portiamo in casa persone a cui non siamo in grado di dare né un lavoro, né una casa, né una prospettiva di vita dignitosa, vorremmo solo rifilarli a paesi europei che non li vogliono. Se l’establishment accettasse questa analisi la soluzione è lì: applicare all’immigrazione il protocollo Salvini, e sperare nel “non usato sicuro”. Auguri.
Riccardo Ruggeri