Élite lasciate in pace Renzi, ha il diritto di farsi un partito a sua immagine e somiglianza

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Non mi sono perso neppure una battuta dell’Assemblea Pd, i due giorni successivi ho letto tutto il leggibile sui giornali dell’establishment, in gran parte rimasti filo-renziani, seppur con evidente imbarazzo. Anch’io io ero (sono) affascinato dal modo di comunicare di personaggi come Matteo Renzi (vale anche per Emmanuel Macron, e ieri per Bill Clinton e TonyBlair). Mi ricordano un importante personaggio della Fiat di molti anni fa. Costui era esattamente un Renzi ante litteram. Il giudizio sulla sua gestione, fatta come ovvio a posteriori, dimostrò i notevoli danni fatti da costui. Eppure, ebbe un iniziale successo, era nuovo, diverso, disinvolto, aveva capacità di apprendere (quindi di comunicare) eccezionali. Certo, il suo era solo un apprendimento di superfice, era un orecchiante, i problemi li scalfiva appena, quindi di volta in volta le sue soluzioni erano tutte focalizzate sul brevissimo termine, sopra tutto erano gradevoli da comunicare. Nell’attività operativa si comportava esattamente come Renzi, così mi dicono amici che hanno lavorato con lui a Palazzo Chigi. Questi “leader markettari” i dossier anziché leggerli preferiscono farseli raccontare, arrivano sempre impreparati alle riunioni e in perenne ritardo, si annoiano quando non parlano loro, sono costantemente agitati senza alcun motivo (modello “ammuina borbonica”). Le feroci regole dei processi decisionali non li sfiorano neppure, le deleghe esistono a condizione che le decisioni di successo siano riconducibili a loro, quelle fallite al povero malcapitato che le ha prese su loro indicazioni. Vivono in un mondo di mezzo, fra la cipria e la fuffa, se non sono sotto le luci della ribalta, sono in camerino.

 

Tornando all’Assemblea Pd ho apprezzato l’uscita di scena anticipata di Paolo Gentiloni (però riconosciamolo, falso nueve è geniale) che mormora, rivolto a Renzi, “imbarazzante”. Certo, Renzi è imbarazzante, per il Pd e pure per la maggioranza degli italiani, ma lei caro Gentiloniimmagino che lo sappia da molti anni. Su Renzi si possono dare giudizi di ogni tipo, ma non che non sia un uomo limpido, politicamente lui è un cacciaballe di genio, e non lo nasconde, sono i suoi adepti che fingono non lo sia.

Ho provato invece tenerezza per Nicola Zingaretti che si stupisce della “sordità di Matteo”. Nel protocollo della leadership markettara la sordità è un asset non un difetto. Caro Zingaretti lei crederà mica alla vecchia favola che i sordi siano pure muti? La legge n. 95 del 20 Febbraio 2006 ha cancellato il termine “sordomuto”, di antica memoria, sostituendolo con “sordo”. Quindi Renzi ha il diritto, anche legalmente, a essere sordo, perché questo modello di leadership non prevede, anzi esclude l’ascolto, sono gli altri, i membri della setta, che devono essere udenti seppur muti (il dissenso non è previsto).

 

Come studioso di organizzazioni complesse (i grandi partiti sono, in termini di organizzazione e di governance, molto più complessi di una multinazionale quotata a Wall Street) mi sfugge perché le élite di sinistra, estreme o riformiste o liberal-liberiste o cattoliche-bergogliane o radicali, continuino a perdere tempo con Matteo Renzi e il Pd. Sono due oggetti incompatibili per una loro dignitosa convivenza.

Il Pd, che piaccia o meno, è un container di merci alla rinfusa, ognuna delle quali ha una grande storia alle spalle, al momento con poche prospettive future. Ormai dentro al container c’è di tutto: ex comunisti, ex socialisti, ex democristiani, ex liberali, ex radicali, e varianti di ciascuno di questi, riferibili sia alla Prima che alla Seconda Repubblica, foulard viola, magliette rosse, e ridicolaggini radical chic varie. In quest’ottica, è un partito percorso da correnti di ogni tipo, che si creano e si disfano in continuazione, ma non è attrezzato culturalmente a essere dominato da una setta. La convivenza è impossibile, Matteo Renzi deve essere lasciato in pace, ha il diritto di farsi il suo partito-setta (ha i voti), gestirselo, e i suoi fedeli hanno il diritto di adorarlo.

Al contempo, il Pd ha il diritto di vivere e rappresentare, con dignità, quel poco di sinistra che c’è ancora in questo paese, e di cui avremmo tanto bisogno, se fosse élite free.

www.riccardoruggeri.eu

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