I “perdenti della globalizzazione” hanno votato contro i “guardiani dello zoo”

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E così l’establishment è stato sconfitto da due ragazzotti e da una giovane mamma. Non ci posso credere. Ho atteso la proclamazione dei risultati, come fecero mia mamma e mio papà in occasione del referendum Monarchia-Repubblica. Loro non ci credettero fino a quando non videro la foto di Re Umberto fare l’ultimo saluto sulla scaletta dell’aereo diretto in Portogallo dicendo, con nobiltà, “La Repubblica può reggersi con il 51%, la Monarchia no. Non è un partito, è un istituto mistico …”. Non pretendo certo vedere il saluto con le manine mosce di Matteo Renzi, di Paolo Gentiloni, di Emma Bonino, di Silvio Berlusconi, di Pietro Grasso, di Pierluigi Bersani diretti verso l’esilio di Bruxelles, ci mancherebbe. Meritano tutti l’onore delle armi, sono persone perbene, si sono battuti con intelligenza e con onore per difendere un modello politico economico ormai indifendibile. In fondo pagano colpe in gran parte non loro, se non aver creduto alla colossale menzogna che la globalizzazione selvaggia (sottolineo selvaggia) avrebbe fatto uscire dalla povertà un miliardo di poveri, senza nessun contraccolpo su centinaia di milioni di poveracci nostrani. Anziché innestare una rapida retromarcia, hanno continuato ottusamente nel giochino che porterà la Cina di Xi Jinping a dominare il mondo, risolvendo in termini linguistici il problema dei nostri poveracci di ritorno battezzandoli come “i perdenti della globalizzazione”. Poveri idioti che non si erano neppure vaccinati contro la povertà. Imperdonabile volgarità intellettuale, questa. Hanno tolto a tanti di noi la dignità di vivere da uomini, trasformandoci in precari umanoidi, senza avere il coraggio di fare l’ultimo passaggio: toglierci il diritto di voto, come sostengono in privato o scrivono sui loro libri. Si è mai visto far votare i primati dello zoo? E poi votare per chi? Per i propri guardiani?

Non ho nessuna competenza sui flussi elettorali ma ho la certezza psicologica che in questi sette anni, dall’imposizione da parte dell’Europa del “podestà forestiero”, qualcosa di profondo si sia rotto nel tessuto sociale del paese. Questa criminale politica di scambiare (pseudo) diritti civili con (sottratti) diritti sociali è ormai arrivata al capolinea. Un disagio profondo sta via via aggredendo ogni classe sociale, non c’è bisogno di coraggiosi giornalisti d’inchiesta, sarebbe sufficiente che il direttore di un giornale passasse, come ho fatto io, una giornata in un pronto soccorso di un ospedale di una zona ad alto mix immigrazione-disoccupazione. Ovvero un paio d’ore in un bar di periferia in una giornata pre voto, ascoltando qual è la vita vera di conoscenti di una vita.

Cosa è successo il 4 marzo? I meno ottusi di noi, soprattutto giovani e vecchi, ritenendosi ormai senza speranza, si sono stufati di non votare o di votare turandosi il naso. Hanno semplicemente deciso di votare secondo scienza e coscienza. Ovvio che questi potenziali “umanoidi perdenti” abbiano deciso di riscattarsi, votando contro i “guardiani dello zoo”. Come hanno fatto gli inglesi, come gli americani, come gli stessi tedeschi, che si sono, a loro volta, stufati di votare i “guardiani dello zoo”, facendo così crollare il castello di carte sul quale costoro si sono finora retti.

Mi auguro che i “guardiani dello zoo” non cadano nella trappola di scegliere, come nel 2011, la via breve del “mercato”, dello “spread”, dei “Draghi & Juncker”, puntando sul modello “Grecia & Troika”. Sarebbe il suicidio per noi élite. Decidiamoci finalmente di svolgere il ruolo di élite che ci compete, mettiamo in soffitta il modello in essere, mettiamo in pausa tutti questi butler, super masterizzati, di cui ci siamo circondati, immettiamo giovani scanzonati ideologicamente non inquinati dallo sciagurato modello esistente. E ripartiamo, con entusiasmo, con determinazione.

www.riccardoruggeri.eu

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