Racconta Erodoto come fosse possibile, osservando i comportamenti dei cittadini persiani quando si incontravano per strada, individuare il loro livello sociale. Se erano della stessa classe si baciavano sulla bocca, senza profferire parola alcuna, se uno era leggermente inferiore baciava, solo lui, l’altro sulla guancia, che glielo concedeva con un cenno, se invece era di gran lunga inferiore praticava il proskýnesis, cioè portava la mano alla bocca inviando, riverente, un bacio aereo, senza neppure sfiorarlo. La Chiesa rese il proskýnesis da un lato, più esplicito, dall’altro lo regolamentò, rendendolo asettico, attraverso il bacio della pantofola. Divertente l’episodio di Pio IX, quando chiuse, in fretta e furia (stavano arrivando i bersaglieri di Cavour) il Concilio Vaticano I. Il congedo dei padri conciliari avvenne con il bacio della sacra pantofola (in questo caso aveva un significato particolare, vista la recente assunzione di infallibilità del pontefice) da parte di tutti i cardinali. Arrivato il turno del patriarca ortodosso, Pio IX, con destrezza, mise la pantofola sopra la testa, e facendola oscillare disse: “Quando capirete?”Donald Trump non si è ancora insediato, e già è cominciato il bacio della pantofola, o meglio il tentativo di bacio della pantofola. Sono talmente tanti a volerlo fare che la coda si sta allungando, occorre prendere il “numero”, come dal pizzicagnolo. Hanno cominciato i repubblicani che l’avevano contrastato, la maggioranza di loro finge (bene) di aver dimenticato le parole volgari di The Donald con le quali li aveva bollati, sperando che The Donald, diventato ora “mio caro Donald”, dimentichi le loro volgarità verso di lui. E’ la fase in cui le parole cessano di essere pietre, per diventare cipria. Poi toccherà ai democratici, quindi agli industriali filo Clinton-Obama. Qua il primo a fare la mossa del cavallo è stato un italiano-mito, Sergio Marchionne (18 giugno, duro: “se vince Trump cade il Nafta: dovremmo rivedere la nostra strategia sugli insediamenti industriali a rischio chiusura”; 11 novembre, allegro: “sono impaziente di lavorare insieme a Trump”), poi ai banchieri (ipotizzo che questi non abbiano problemi), quindi alle felpe californiane (per loro sarà un pò più dura, ma essendo strutturalmente dei vigliacchi si adegueranno presto). Molte le complicazioni che dovranno affrontare giornalisti e conduttori tv, ma questi sono avvantaggiati dalla propria professionalità. Incredibile (in positivo of course) il caso di Federico Rampini, con l’appena uscito “Tradimento. Globalizzazione e immigrazione, le menzogne delle élite” (Mondadori). Nel titolo c’è già tutto, “trumpismo” in purezza. Quindi toccherà agli europei mettersi in coda, ne vedremo delle belle. Sono curioso di conoscere la lista degli ammessi al bacio della pantofola, esclusi Theresa May e Viktor Orbán che l’hanno già fatto, in scioltezza, prima delle elezioni, ora guardati con invidia. Matteo Renzi, se sarà ancora premier quando toccherà a lui, dovrà spiegare a Donald Trump perché abbia baciato, in anticipo, la pantofola a Hillary Clinton. Può giustificarsi solo dicendo la verità: “soffro di ejaculatio praecox politica”. Così Angela Merkel, che ha fatto altrettanto con la pantofola fané di Obama. Chiedere a Bergoglio di baciare la pantofola di Trump mi parrebbe eccessivo.
Lo confesso, per un apòta, questi atti di triste ruffianeria, da un lato fanno tenerezza, dall’altro rabbia, perché mi accorgo di aver sbagliato a valutare alcuni di questi: li consideravo persone, al limite di sofferta dignità, me li ritrovo banali ruffiani. Anche dopo queste elezioni ho avuto conferma che il voto a suffragio universale sia la più grande conquista che abbiamo ottenuto, difendiamolo con ogni mezzo. Certo, il popolo ha sbagliato ad eleggere un inetto come Barack Obama, non sappiamo ancora se abbia fatto bene o male a votare Donald Trump, ma mandare a casa, e per sempre, la famiglia Clinton, e ciò che rappresenta, è stata cosa buona e giusta, comunque.
Riccardo Ruggeri