1 “Tutti i ricatti sessuali del produttore di Hollywood Weinstein”. Questa vicenda rappresenta uno dei punti più bassi e vergognosi per noi dei media. La notizia non era cosa costui avesse chiesto alle innumerevoli Asia, Jolie, Mira, ma le menzogne praticate da personaggi pubblici come Bill e Hillary Clinton ovvero Barack e Michelle Obama, che fingono sdegno per fatti di un loro amico e finanziatore di cui tutti sapevano tutto. Sesso e potere sono evoluti in parallelo.
A Hollywood divano e macchina da presa hanno sempre avuto vite parallele. Un amico di Wichita sosteneva che il momento più critico per un americano è come avviare un rapporto sessuale: i “dem” preferiscono le droghe, i “rep” l’alcool, diceva.
2 “Troppe bici a Milano e i pedoni si ribellano”. Una premessa. Nella gerarchia delle élite in sessant’anni siamo passati dalla leadership dell’automobilista a quella del pedone ora al ciclista, che assomma a sé le negatività dell’automobilista, mantenendo il disprezzo verso il pedone. Sotto i portici di via Po a Torino il rischio di essere investito: a) da una ciclista è altissimo, con un vantaggio: essendo tutte benestanti il risarcimento è più probabile; b) da un rider Foodora: un disastro, corri il rischio che chiedano a te il risarcimento per esserti fatto investire.
3 “Il Rosatellum allarma i peones: resta loro solo l’atomica del voto segreto finale”. Mattarella e Gentiloni si sono fatti trascinare in una vicenda ove hanno solo da perdere. I peones nel voto segreto si comporteranno da peones o da hidalgo?
4 “Cottarelli: il debito sta esplodendo, si alzino gli stipendi della classe media”. Grazie caro Carlo di tornare (per sempre) in Italia, abbiamo bisogno di un “realista” come te per tacitare sia i fastidiosi “ottimisti” che i tristi “pessimisti”: entrambi insopportabili. Portaci la cultura dell’execution e insegnaci a buttare a mare vecchie ricettine e giovani chiacchiere.
5 “Invece di fare casino gli operai vadano a lavorare”. Mi sfugge perché i leader invece di dire la verità in diretta preferiscono organizzare i fuori onda. Caro Macron lei è un leader solare perché vuole passare per lunare? Non si vergogni, sia se stesso, come lo è nei fuori onda.
6 “La resistibile ascesa del Ceo capitalism”. Una piccola storia personale. Sono invitato a presentare il mio libro (America, un romanzo gotico) a Bruxelles (Press Club). Cerco una low cost (visto che gli amici spesso mi umiliano con la loro modernità: con meno di 50 €, pimpanti, vanno e tornano a Londra). Sono sfigato: niente da fare, da Torino di voli diretti ve ne è uno solo, quindi per le leggi del mercato devo pagare 556 € (sic!). Sono imbarcato (non attraverso la manica ma scendendo e salendo le scale: minori costi per la Compagnia) su un piccolo aereo senza cappelliere per il bagaglio a mano (da consegnare sotto bordo per riprenderlo all’arrivo). Con la poca agilità che mi resta riesco a sedermi con le ginocchia a livello del bacino, all’inizio della discesa su Bruxelles arriva il crampo. Non oso gettarmi sul pavimento e chiamare l’hostess per praticarmi le mosse che i calciatori si scambiano a fine partita. Scendo, percorro 2,2 km dell’immenso terminal A, salgo e scendo scale, arrivo alla solita coda per i taxi. Iniziano i classici percorsi a serpentina degli aeroporti a la page (scopro che pure Mario Monti fa parte di queste 300-400 persone che il grande Ivan Illich battezzava come “portatori di lavoro ombra”).
Esattamente 92 minuti dopo mi toccherebbe un taxi, ma poiché la coda è ulteriormente aumentata, l’addetto ai taxi si improvvisa sociologo, solo per i single come me crea taxi a due o tre passeggeri (il mitico taxi share, altro che UberPop, cessa di essere teoria e diventa execution). Si parte, il tassista decide che il mio partner con faccia stropicciata sia il primo a scendere, gli fissa un prezzo di 30 €, come ovvio io scendendo dopo pago 35 €. Mentre sono in auto ritorno a quell’imperdibile primavera del 1945 quando a Torino il tram andava dove era diretta la maggioranza dei passeggeri. Logistica grezza però era tutto gratuito. Grazie al Ceo capitalism siamo tornati là dove eravamo partiti, 72 anni fa, dei poveracci.