Rassegna stampa del Cameo

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1 “In marcia contro l’Italia del No”. Come “Fogliante” storico (fin dal primo numero il Foglio mi ha fatto sentire più libero, come ovvio mi associo alla Marcia, riservandomi, come ovvio, il diritto-dovere di dire Si o No a seconda dei casi. Altrimenti che “Fogliante” sarei?

2 “Macron fa lo sgambetto a Padoan per l’Eurogruppo”. Mi stupisco dello stupore del nostro establishment. Politicamente è un furfante, come Mitterand, come Sarkozy.

3 “I piloti della Lufthansa rifiutano di imbarcare i migranti espulsi”. Questa notizia all’apparenza incredibile fotografa perfettamente la Germania post nazista e post MerkelSchulz. I tedeschi sono un popolo unico, credono a qualsiasi cosa dica il loro establishment. Tre anni fa Merkel per essere promossa da politica a statista, rivolta verso i migranti disse il famoso “Venite! Venite!”. Appena si accorse dell’errore si precipitò a incaricare Erdogan (sic!) di mettere tutti i migranti del canale balcanico in campi di concentramento (tangente da 3 miliardi), bloccò le sue frontiere ai migranti del canale libico, e iniziò una politica di espulsioni. I piloti della Lufthansa sono ottusamente rimasti indietro di qualche passaggio e sono ancora fermi alla direttiva “Venite, Venite”.

4 “Agcom: Amazon è un servizio postale, si adatti alla normativa del settore”. Dobbiamo essere scesi proprio in basso se a distanza di anni scopriamo che “Amazon non ha mai regolarizzato la propria posizione giuridica con riferimento al possesso dei titoli abilitativi necessari per poter svolgere un’attività regolamentata” (tre sic!). Se ho letto bene tutte le sue aziende lavoravano forse senza licenza, come le organizzazioni di capolarato? Non ci posso credere.

5 “Madrid ritira l’euro mandato d’arresto per Puigdemont”. Dopo le frasi roboanti di mesi fa dei leader castigliani, siamo tornati alla casella iniziale. Il Re, Rajoy, Puigdemont politicamente sono tre poveretti, non degni di occupare il posto che occupano. Ripeto quanto scrivo da tempo, il Re si dimetta, si faccia una Repubblica e la Catalogna abbia l’autonomia che le spetta e i tre scompaiano in una nuvola di fuffa.

6 “Ultimatum dei veterinari torinesi: Basta lasagne e dolci ai cani, creano loro difficoltà digestive”. Come non iscriversi alla setta dei “Nuovi Ottimisti” e ringraziare il ceo capitalism di esserci dopo notizie come queste? La povertà di cui alcuni (umani) si lamentano (a torto?) è una banale percezione digestiva?

7 “Preti, non commettete il peccato di falsa candela”. Titolo mutuato dal pensiero del mio amico Camillo Langone. Quando entri in Chiesa per una piccola preghiera e accendi un cero, osservi la fiamma, la cera che cola, gli odori si mischiano, e senti che Dio è contento che ti sei ricordato di lui. Le squallide candele a filamento se le accenda il ceo di Enel.

8 “Putin si ricandida”. Speriamo che i russi lo votino così noi occidentali, ormai eunucoidi persi, abbiamo chi, per proteggerci, fa il lavoro sporco della politica estera.

9 “Trump riconosce che da 3.000 anni Gerusalemme è la capitale degli ebrei”. Il titolo è mio. Era ora. La storia ci dice che Gerusalemme è la capitale dello Stato di Israele. Lo è diventata, di fatto, nel 1967 dopo che il Faraone Nasser e tutti gli arabi del Medio Oriente scatenarono una guerra improvvisa contro Israele con l’obiettivo, dichiarato, di distruggerla e occuparla, sbattendoli fuori dalla Palestina (In piccolo lo fece pure Mussolini con la Francia, infatti Briga e Tenda, già italiane, sono oggi francesi). Furono sconfitti dopo 6 giorni 6. Ergo, Gerusalemme, secondo le regole che governano i rapporti fra stati, è israeliana. Persino gli pseudo amici d Israele, tutti fighetti, fingono che la guerra dei 6 giorni non sia mai avvenuta e che gli invasori non debbano pagare pegno. Solo List di Mario Sechi lo scrive. Fingere che Gerusalemme non sia la capitale di Israele è ipocrisia allo stato puro.

Pur non essendo ebreo, sto con il popolo ebreo sempre e comunque, perché gli ebrei sono stati sempre e comunque minoranza, e grazie a questo e al loro impegno, sono sopravvissuti. Un amico ebreo tedesco a me molto caro (mi ha lasciato da tempo), mi raccontava, con la sua logica spietata, com’era il rapporto degli ebrei tedeschi nella Germania anni Trenta: “Noi ebrei ci eravamo impossessati del conto economico e dello stato patrimoniale del Paese, non lo avevamo mai fatto prima, divenimmo così i “padroni economici” della Germania. Causa la nostra avidità ci suicidammo, perché indirettamente creammo Hitler, senza la nostra arroganza sarebbe rimasto il mentecatto che era. Ovviamente mi riferisco all’Hitler del ’32, non certo a quello del ’39. Comunque, per noi il comunismo di Stalin non fu da meno del nazismo (morire gasati o ghiacciati non fa differenza), così come tutti i regimi dei tempi passati che ci perseguitarono”. Ogni volta che ricordo queste parole mi commuovo, solo un uomo superiore, un ebreo, può ragionare così. E lui lo era.

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