Una “zoccolata olandese” per i nostri “populisti”?

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C’è chi ha detto che in Olanda l’”islamofobico” Geert Wilders è stato battuto dal “cristianofobico” Mark Rutte, che Merkel abbia esultato scompostamente, che Erdogan si sia preso parte del merito. E che i “populisti” nostrani si siano presi una bella “zoccolata”.
In realtà, se andiamo a vedere i numeri non è proprio così, Wilders ha conquistato 5 seggi in più (ora ne ha 20) mentre i due partiti dell’establishment, la destra liberale del primo ministro Mark Rutte ne ha persi 8 (ora ne ha 33) e i laburisti, guidati da due pezzi da 90 dell’Europa che conta (Frans Timmermans, vice presidente della Commissione e Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo), addirittura ne hanno 29 (ora ne hanno 9). Insomma, il loro partito della nazione ha perso 37 seggi su 79, l’agenda politica è stata quella di Wilders, eppure esultano. Curioso.

Da noi, l’establishment e i “globalisti” di complemento hanno avuto orgasmi multipli. Dopo tutte le umiliazioni subite, Brexit, Trump, il referendum, le elezioni in Olanda sono state un momento di gioia (bene), così come i “populisti” nostrani si sono in parte meritati questa “zoccolata olandese”, convinti com’erano che fosse il colpo finale all’euro.

Lo confesso, mi sfugge perché i cosiddetti “populisti” abbiano tanta fretta di andare al potere. Penseranno mica di poter abbattere, grazie a un voto popolare, un regime che resiste da un quarto di secolo, e via via che perde la sua spinta propulsiva e i suoi valori iniziali, si fa sempre più malavitoso? Lo ripeto da tempo, l’euro imploderà quando i tedeschi valuteranno che non porta loro più benefici, quindi è inutile spendere energie per perseguire disegni ad alto costo economico per un morto che cammina: basta cominciare a prendere le distanze. La sensazione animalesca è che ci stiamo avvicinando al momento in cui rimanere o uscire per noi diventerà economicamente irrilevante, mi attendo che gli economisti seri ci dicano i “numeri veri”. Nel frattempo, non agitiamoci, si lavori per essere pronti ad applicare un banale piano “B”.

Cari “populisti” nostrani, da vecchio signore assiso nel suo eremo vista lago, ironicamente occhiuto sulle cose del mondo, mi permetto darvi qualche suggerimento non richiesto.

  1. Il sistema elettorale con il quale voteremo (il Consuntellum?), non vi dà alcuna chance di poter andare al potere, specie se il Pd sceglie candidati alla premiership “gentili” (non sono certo matti di puntare ancora su un Renzi con la fregola della vendetta, ormai resettato dalla maggioranza degli italiani). Da qui dovete partire. Meglio stare all’opposizione, come fece un tempo il Pci: non avevano nessuna posizione di governo ma erano loro a dettare l’agenda politica.
  2. Non avete un’idea forte che vi contraddistingua, specie in economia. Certo, “immigrazione” e “sicurezza” lo sono, ma appaiono un po’ fruste, e poi sono aggirabili. Ve ne suggerisco una, fortissima, in grado di smantellare tutto l’ambaradan che in settant’anni le attuali élite hanno messo a punto, mattoncino dopo mattoncino, un modello che ci ha ridotto nell’attuale situazione di essere dei “poveracci convinti di essere ricchi”. Se volete spiazzarli, dovete mettere al centro di tutto il “cittadino”, pare un’ovvietà ma non lo è, e non il “cittadino consumatore”, come fanno loro. Ne vedreste delle belle.
  3. Nella narrazione politica lor signori si sono autoassegnati il ruolo dei “buoni”, a voi hanno lasciato quello dei “cattivi”, loro dicono di vivere proiettati al futuro, quando sei alla frutta punti all’utopia, quindi a voi tocca la distopia. Immagino lo sappiate, un mondo distopico è orrendo per definizione. Attrezzatevi a una storytelling accattivante, null’altro. E attendete sereni, lor signori lavorano per voi.

Riccardo Ruggeri

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