Come Paese siamo in un cul de sac comportamentale. Con colpevole ritardo molti di noi (io per primo) si stanno rendendo conto che il terrore sparso dal governo nei mesi scorsi, ben supportato da virologi di sistema e da media gentili verso il potere, sta per bloccare il funzionamento del Paese, di certo non lo fa ripartire. Il modello adottato (on/off): appena apri una valvola di spurgo rischi di dare il via alla pandemia, se lo blocchi rischi di precipitarlo in una crisi economica senza fine. In questo dilemma nel quale ci troviamo da tempo, per galleggiare nella melma che ci circonda, abbiamo buttato nella fornace del nostro già mostruoso debito pubblico 100 miliardi. Abbiamo sì bloccato artatamente i licenziamenti ma centinaia di migliaia di persone, le più fragili, sono state espulse dal circuito produttivo. Nessuna strategia, solo mosse per procurarsi ossigeno fino a Natale, prelevando dal capitale.
Nel frattempo, come indice Deb/Pil, quatti quatti, siamo saliti a 160, nel silenzio imbarazzato dei “competenti” che ieri ci dicevano: “130 è un limite invalicabile”. Abbiamo un governo, ricco di incompetenze dei singoli o soggetti ai condizionamenti burocratici del Deep State, quindi incapace di qualsiasi forma di execution per cui ha scelto:
1 Di avvalersi di mostruose task force che dovevano trovare la soluzione ottimale a ogni problema.
2 Non essendo in grado di trasformare tali proposte in execution hanno preferito non fare nulla.
3 Ergo decidere di gestire il Paese come avrebbe fatto un “elemosiniere medievale”: qualche moneta a chi si lamenta e vai con Dio.
E’ stata messa a punto e praticata, con indubbia abilità, e con il supporto di media compiacenti, dal Premier e dal Governo, un’unica strategia: “comprare tempo”, senza però aver chiaro il perché lo fa. Hanno quindi scelto di gestire il Paese con i cosiddetti DPCM, si scrivono in fretta ma sono in gran parte inutili perché per entrare in vigore devono essere accompagnati da decreti attuativi che però dipendono dal Deep State: un giochino micidiale.
E’ evidente che i danni economici prodotti da costoro nella gestione del Virus sono stati, e continueranno ad essere importanti e non permetteranno, nel bene e nel male, di tornare al modello precedente. Le ultime elezioni non hanno dato nessuna risposta, e non potevano darla essendo regionali. Così non poteva darla il referendum, una fesseria politica, essendo stato approvato, in ben quattro letture, dal 97% dei parlamentari. Abbiamo capito che erano contrari solo quelli delle ZTL che sono i veri colpevoli dell’esistenza di questo governo camaleontico, prima destro-grillino poi sinistro-grillino, ma dai risulti pessimi, seppur bicolori.
Che fare? Nulla. I cittadini posseggono, sulla carta, solo due strumenti: a) il voto; b) la rivolta. Mi paiono entrambi impraticabili. Siamo una Repubblica parlamentare, abbiamo votato due anni fa, c’è una maggioranza, ne mancano tre, in più dobbiamo eleggere un nuovo Presidente gradito all’establishment europeo. Secondo, noi italiani siamo un popolo perbene, mite, borbotta ma accetta tutto. Resta una mossa di pura testimonianza etico morale, un diritto di tribuna. Manderò una mail al Premier con una preghiera: per favore, accosti, voglio scendere.