Cari lettori, moltissimi di voi mi hanno scritto, alcuni addirittura telefonato, a commento del Cameo in cui mi auguravo un governo di salute pubblica presieduto da Mario Draghi, supportato dal centro destra e dal centro sinistra (i 5S faranno le loro scelte). Sia chiaro non penso certo a una replica del governo di Mario Monti. Quel governo era figlio di una strategia di palazzo studiata a tavolino e ben pianificata, concepito in altre stanze, italiane ed europee, con come garante un Presidente della Repubblica di profilo opposto all’attuale.
Niente di tutto questo nel caso Draghi. Un suo governo dovrebbe nascere, alla luce del sole, in Parlamento, per volere della maggioranza silenziosa del paese. Oltretutto, sappiamo tutto che le élite del paese, lo scorso agosto, avevano deciso, e dichiarato, che non si sarebbe votato se non dopo il febbraio 2022, per paura di una vittoria a loro non gradita alle elezioni anticipate. Quindi i conti tornano. Un paio d’anni di premiership, poi Draghi può andare al Colle. Dopo si andrà a nuove elezioni, allora saremo tutti “vaccinati”, ma consapevoli delle drammatiche debolezze di Conte 1 e Conte 2 e di tutti i partiti che li hanno sostenuti.
La strategia italiana sul “Virus”, piaccia o non piaccia, è definita, il processo operativo pianificato (pregi e difetti delle leadership centrali e locali hanno, per una volta, dato origine a un equilibrio accettabile). Come ovvio parlo per me, sono un cittadino qualsiasi che ha il privilegio di essere pubblicato e letto. Non sono un intellettuale, non sono un “competente” (se non di business e di management), le mie proposte non hanno alcuna valenza politica: ma io liberamente le faccio, senza attendermi alcun ritorno.
In termini di processo strategico presto entreremo nella fase in cui la focalizzazione cambierà. Il “virus” entrerà in una routine, complessa fin che si vuole, ma routine, mentre la strategia centrale dovrà diventare socio economica (prima salvare la pelle, poi cercare di campare, nel modo più equo possibile). Per questo ci vuole una leadership credibile all’interno e a livello internazionale.
Niente di personale verso l’attuale Premier e i partiti che lo sostengono o l’hanno sostenuto. Un apòta non ha simpatie o antipatie verso la politica, solo amore per la patria.