Caro Renzi, azzardo un pronostico: lei cadrà per i profughi e il debito.

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Sei un analista indipendente solo se ti è indifferente che il leader al potere ci resti o sia abbattuto. Anche come cittadino, che Matteo Renzi resti premier o sia cacciato mi è del tutto indifferente. E lo dico con il massimo rispetto verso l’uomo, stante anche l’impegno incredibile che profonde per rimanerci. Oggi per un politico è relativamente facile andare al potere, rimanerci a lungo quasi impossibile. E’ come se su costoro gravasse un incantesimo, d’improvviso si rompe, i cittadini non lo sopportano più, qualsiasi cosa faccia o dica è inutile, diventa un’anatra zoppa, scompare, pardon evapora, è come non fosse mai esistito. Perché? Non è questa la sede per una risposta. Torniamo a noi. Il potere del premier di un paese con 2.250 miliardi di debiti (in crescita), 1.600 di Pil (se non ci fossero 2-300 miliardi di Pil sommerso saremmo già falliti), condizionato da micidiali trattati (sotto lo sguardo ottuso di euro burocrati), è pari a quello dell’elemosiniere vaticano, nullo. Il potere dipende da quali margini di manovra hai per esercitarlo. Renzi può giocare su appena 10 miliardi, visto che 15 sono destinati alle clausole di salvaguardia, peggio, ve ne è una nuova da 1,6 miliardi. Mi chiedo, perché Renzi vede una minaccia mortale nella vittoria del No, buttandosi così in una campagna elettorale old fashion, stile 1948? Certo, anche De Gasperi andò a Washington a chiedere aiuto a Harry Truman, però quello non era un inetto, aveva battuto Hitler, era il padrone del mondo, e fu Piano Marshall. Non credo che Renzi possa cadere per un No al referendum. Presumo che il risultato più probabile sia Si, non certo per la legge (orrenda e inutile) e neppure per lui, ma perché non è percepito come un problema.Mi lancio in una previsione, la offro, gratis, a Jim Messina. Matteo Renzi cadrà, prima del 2018, solo se non risolve il problema dell’immigrazione e quello del debito. Sul primo è rimasto senza opzioni, salvo applicare il modello Zapatero-Merkel. Zapatero mandò l’Esercito a difendere il muro di Ceuta e Melilla. Renzi è con le spalle al muro. Merkel, pagando Erdogan, ha fatto il suo primo “blocco terrestre” al confine con la Turchia, al contempo, tacendo, ha permesso a Orban di fare un secondo muro, bloccando così, a doppia mandata, il canale balcanico. A sud ci pensano Austria, Svizzera, Francia a sigillare le frontiere con l’Italia. Ormai, resta aperto solo il canale acquatico, tutti i migranti arrivati o che arriveranno, in Italia rimarranno. Angelino Alfano e Mario Morcone sono due genietti della comunicazione, pari solo al segretario della Cei, Nunzio Galantino: nei talk show risolvono tutti i problemi, appena si spengono le luci e passano all’execution è un disastro. Persino Orban li ridicolizza. Avrà il coraggio, il nostro Renzi, di andare in tv, guardarci negli occhi, e dichiarare il blocco navale libico? Si? Applausi dal popolo, disprezzo dai radical chic. No? Prepariamoci a cento, mille Gorino. Proprio il caso Gorino, irrilevante in sé, è quello che meglio rappresenta la vera Italia, quel 40% che non vota e quel 20% di indecisi, questi sono la maggioranza (silenziosa) del paese.

Caro Renzi, lei ha la nostra delega fino al 2018, faccia ciò che le suggeriscono la sua coscienza e la sua intelligenza, sappia però che sarà quella maggioranza (silenziosa) a decidere il suo destino. Se supererà questo ostacolo (glielo auguro di cuore), le resta l’altro macigno: il debito. Qua la minaccia non viene dal popolo, ma dalle élite internazionali che oggi la sostengono, e pure la circuiscono (fanno lobbying, direbbe il suo ineffabile Carlo Calenda), come fecero con Ciampi, per spazzolare lo spazzolabile fra gli ultimi miserabili asset rimasti del nostro patrimonio (scusi il linguaggio operaio, non so dirlo meglio). Costoro usano, per fini opachi, una parola nobile: mercato. Perché sarà proprio il (loro) mercato che le chiederà conto del debito (ricorda Trichet, Napolitano, Monti, lo spread, l’armamentario mediatico del 2011, il “golpetto” contro il Cav.? Il protocollo sarà lo stesso). Perché i bonus che lei, in questi trenta mesi, ha distribuito, a pioggia, per rimanere al potere, erano e sono quattrini loro, mentre i debiti restano a noi, ai nostri figli e nipoti. Prosit, caro Presidente.

Riccardo Ruggeri

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