Ero alla ricerca di una nuova metafora, possibilmente originale per descrivere il mondo che cerco di raccontare ai lettori, ogni giorno, attraverso i Camei. A differenza di altri colleghi che fanno giornalismo in base ai loro ideali, alle loro ideologie, alla legittima appartenenza a partiti o movimenti, ed è pure il loro mestiere grazie al quale campano più o meno dignitosamente, io del mio lavoro di giornalista non devo viverci, non ho direttori o editori occhiuti, faccio analisi per scopi privati, semplicemente vorrei capire in che mondo vivranno i miei amati nipotini (stanno crescendo impetuosamente). Per questo leggo, studio, viaggio, scrivo, cerco chiavi di lettura, cerco metafore, ho un Blog. La metafora 2018 credo di averla trovata grazie al racconto di un amico di fresca conoscenza, Giorgio B. V.
“Un artista di strada a un semaforo, all’altezza dell’Istituto Sociale (scuola d’élite torinese gestita dai Gesuiti, ndr.) aspirava del vapore da una sigaretta elettronica e lo espirava all’interno di una bolla di sapone, creando una grossa perla fluttuante che si librava in cielo, producendo un oggetto dallo straordinario risultato estetico”. Se volevi, donavi un euro, mezzo, nulla, e avevi questo dono prezioso, durato una manciata di secondi che si spegneva all’arrivo della luce verde del semaforo.
Per me è stato ovvio innamorarmi di questa storia, quindi passare, in automatico, alla sintesi “Fumo dentro una bolla di sapone in una strada trafficata” e, oplà, il 2018 sarà così? Io ci credo. E allora, come declinarlo? Ci provo: la tecnologia elettronica (fumo, dai molteplici significati) genera l’apoteosi dell’effimero (e se fosse quella di Emil Cioran?), la bolla (in olandese del XVII secolo tulpenmanie) viene percepita come perla fluttuante, in un atmosfera tipica di una strada trafficata, ove vita e stile di vita si confondono e si elidono (mio copyright).
Questo sarà il mio 2018: “Fumo dentro una bolla di sapone”. Ognuno di noi troverà, con fatica forse, ma certo con gioia, la composizione ottimale della miscela fra fumo, bolla, sapone, strada trafficata. E a questa si aggrapperà. E un altro anno passerà, ce ne accorgeremo quando sarà passato, alcuni non vorranno neppure ricordarlo tanto è stato brutto.
Grazie Giorgio, è stato un bel modo per godermi queste prime ore del primo giorno dell’anno, e da domani dedicarmi, con intatto ottimismo, al duro lavoro di analisi che mi attende. Però, diciamocelo, il mondo è sì pieno di birbanti ma anche di persone meravigliose, come Virginia, Carla Maria, Jacopo, Ada Rosa, e perché no come i lettori di questo Blog.
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