Ho fatto il pieno di analisi giornalistiche italiane e straniere, di talk show, di lettura di migliaia di tweet (nulla di facebook: non lo amo) e ho concluso che nessun potere (finale o intermedio) è a favore del nascente (?) governo Luigi Di Maio-Matteo Salvini. Anche un amico, presidente di una bocciofila della periferia torinese, a mia precisa domanda ha taciuto, facendo però il gesto del pollice verso. Riassumiamo, così alla rinfusa, l’elenco dei contrari: la Commissione europea, tutti i paesi europei del centro-nord, Angela Merkel ed Emmanuel Macron in testa (fanno eccezione Austria e i paesi ex comunisti), tutti i giornali italiani (compresi quelli sportivi), non parliamo di quelli stranieri che hanno sbroccato ancor prima di leggere il programma, tutti gli intellò e gli attori di ogni teatro o set cinematografico, tutte le TV e le radio, i boss dei campi Rom, i cuochi di Masterchef, forse anche Buffon. E ovviamente Bce, Fmi, Ocse, Onu. Nulla si sa di Donald Trump tutto concentrato contro Cina e Germania.
Una conclusione si impone: l’Italia è diventata il laboratorio politico più avanzato dell’Occidente Qua il populismo sovranista più sfrenato ha raggiunto la maggioranza dei cittadini (per lor signori il popolo bue) costringendo l’establishment più ottuso delle élite global-cosmopolitiche a usare ogni mezzo per opporsi a questi “Nuovi Barbari”. Ero convinto, e l’avevo scritto, che i due “ragazzotti” si sarebbero incartati, e il Presidente li avrebbe accompagnati alla porta con la mitica frase “La ricreazione è finita”, facendo un governo con i soliti prufesur questa volta scelti con un criterio diverso: politicamente parlando inetti, però “neutri”. Invece i due, con la loro strategia di chiedere (educatamente) via via tempo al Presidente pare ce la stiano facendo e chi rischia di più sia proprio l’establishment. Anche il tentativo di sparare l’atomica del “mercato” (far impennare Mister Spread con uso di fake news istituzionali e dosi massicce di Viagra mediatico) si è rivelato un flop. Curioso che proprio i sacerdoti del “mercato” (l’unico aspetto che apprezzo del ceo capitalism) non sappiano che il valore dello spread in questi anni è stato tenuto artatamente basso, proprio su loro indicazione, attraverso ordini impartiti al bonzo di Francoforte autorizzato a stampare cartaccia. E’ certo che appena il Q.E. cesserà (se mai cesserà) indipendentemente da chi sarà al potere, tutto il giochino evaporerà e il “mercato” (sia sempre benedetto) riprenderà il suo ruolo, e si tornerà alla casella di partenza.
Nessuno poteva immaginare che Salvini fosse così politicamente geniale nel mettere a punto una strategia sofisticata come questa: 1 Sottomissione formale alle regole europee e al Re Euro. 2 Sterilizzare i cavalli di battaglia (Fornero, Flat Tax, Reddito cittadinanza) che impattano sui parametri europei, spostando ai prossimi anni la loro implementazione. 3 Scambiare con Di Maio la leadership sul programma con quella delle poltrone. 4 Puntare tutto sulle tre idee forti della Lega che la sta portando al 30%: lavoro-immigrazione-sicurezza. Quindi puntare a due sole poltrone ma chiave: Interni e Sottosegretario alla Presidenza (leggi sicurezza nazionale). Questo vogliono fortemente i cittadini che lo hanno premiato con il voto, per la flat tax si vedrà poi, non è una priorità come le prime tre.
Salvini ha capito per primo che è inutile combattere contro gli euroburocrati: sono a fine corsa, i loro partiti (socialisti-popolari) fra un anno saranno ridimensionati dall’onda (orda?) populista-sovranista creata proprio dall’idiozia degli establishment (“hanno tirato troppo la corda”, direbbe la saggezza popolare).
Il momento della verità sarà quando (lunedì?) i due ragazzotti presenteranno al Presidente (uno potrebbe essere suo figlio, l’altro suo nipote) il nome del Premier, del Ministro dell’Interno, del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (gli altri sono meno importanti in questa fase). Per Mattarella nessuna opzione di moral suasion ma solo la responsabilità, che gli spetta in base alla Costituzione di dire “Sì” o “No”. Tertium non datur. Lo confesso, in questi settanta giorni mi sono intellettualmente divertito come non mi succedeva da tempo. Come noto, mi piacciono più i processi del risultato finale. Come a tutti gli intellò?
Post Scriptum. Di Maio e Salvini sono diventati establishment: “sapevatelo”.