“Porca città francese” la chiamava Mussolini, offendendo noi torinesi due volte, definendo le nostre case porcili e, quel che è peggio, dandoci dei francesi. Li disprezziamo con serenità sabauda, perché 170 anni fa fummo costretti a chiedere a una delle più belle donne italiane di ogni tempo, la Contessa di Castiglione, di giacere con quel laido di Napoleone III, perché suo cugino Camillo Benso, conte di Cavour, potesse fare l’Italia. Se è nata con problemi sarà stato per l’apporto dei francesi?
A Torino c’è la più alta percentuale di scettici e di apòti (il mio mondo), eppure siamo con Praga, Lione, Londra, San Francisco, una delle cinque città magiche del mondo. E’ una bugia che da secoli noi raccontiamo per spaventare i visitatori, ed essere lasciati in pace. Sono nato in piazza Vittorio, ora abito in via Po, oltre 80 anni passati nelle adiacenze dei cinque capisaldi della magia (bianca): Gran Madre, Piazza Castello, Museo Egizio, Fontana Angelica, Mole. Anziché essere avvolto da verità occulte ho avuto una vita felice, le magie torinesi mi hanno trascurato.
I leader hanno sempre preferito stare alla larga da Torino, l’umiliazione più cocente l’abbiamo riservata a “Monssù Cerutti”, locuzione rimasta nel linguaggio operaio per dire Mussolini o il potente di turno (Monssù Cerutti, ch’a lu fica ‘n cul a tüti ). Per inaugurare Mirafiori (mio papà c’era, il nonno no, l’avevano messo in gattabuia fino alla sua partenza) un Duce impettito fece un grande discorso, le decine di migliaia di operai erano tutti in tuta e con le braccia conserte, molti (fra cui mio papà) mettevano in mostra l’anulare sinistro con la fede d’oro (i gufi antifascisti non davano l’oro alla Patria). Più urlava parole roboanti, più il silenzio si faceva feroce, cominciò a piovere, forse terrorizzato che l’orbace si squagliasse, smise di parlare, se ne andò furibondo. Non tornò più.
Salvo Einaudi e De Gasperi, che oratori non erano ma godevano di grande rispetto, i vari Premier democristiani, socialisti, pure Berlinguer, ebbero trattamento analogo. Berlusconi astuto girò alla larga, lo stesso faceva l’Avvocato, consiglio di fare altrettanto anche Renzi. Per noi torinesi doc sono tutti “Monssù Cerutti”.