Caro dottor Ugo Zampetti,
sono Riccardo Ruggeri, un ex CEO di multinazionali, oggi editorialista, editore del “settimanale digitale” Zafferano.news (abbonarsi è gratis) e pure di libri (Grantorino Libri, editore in Torino). Le scrivo per sottoporle questa riflessione. Lei ne faccia l’uso che ritiene più opportuno.
Sul coronavirus, finalmente l’Italia ha idee chiare e una strategia definita, grazie al contributo determinante dei nostri scienziati e dell’Istituto Superiore di Sanità. Ora, i nostri problemi sono:
1. Realizzare una execution efficace di questa strategia, tenendo presente che è un’attività né politica, né burocratica, ma esclusivamente manageriale;
2. La gestione politico-economico-finanziaria del presente e del futuro dei “conti” del Paese e il suo riposizionamento in Europa e nel mondo;
3. Trovare una leadership nuova e credibile che implementi queste due attività strategiche, e al contempo, compito ancora più strategico, ricomponga la profonda frattura politico-culturale che attraversa ormai da anni il Paese.
Aggiungo un’altra riflessione, sofferta. “Chiudere” un Paese è un atto burocratico (basta un decreto), lo può fare un “Politico” (con l’accordo del Parlamento) o un “Militare”. “Riaprire” un Paese è atto di grandissima complessità. Lo può fare solo un leader carismatico, che il Paese lo rappresenti in toto e nel profondo.
Noi l’abbiamo: Mario Draghi.
Grazie per l’attenzione, e molti cordiali saluti.