Dobbiamo alla mente raffinata e alla penna superba di Michele Serra la (feroce?) definizione articolata in sei punti di Destra 2.0. Eccola : “Liberali, fascisti, socialisti, democristiani. Gente che rispetta la Repubblica insieme a gente che la odia. Nazionalisti e secessionisti. Animalisti e cacciatori. Libertini e omofobi. Il partito delle escort insieme a quello della famiglia. Conclusioni di Serra: “Gente che nemmeno si odia, perché per odiarsi bisogna avere qualcosa da spartire o un motivo del contendere …Ma alle prossime politiche si presenterà unito senza uno straccio di visione ….”. Poi Serra prosegue, e si rammarica: “l’altra parte” come lui la chiama (immagino intenda Pd renziano versus Sinistra-Sinistra) viene descritta come composta da fazioni pervase da “una spocchia ideologica indivisibile: ognuno si tiene la sua”, che alla fine faranno vincere la Destra. Insomma, una specie di tenzone medioevale tra vermi e galli. L’aspetto curioso è che i cittadini non sono nemmeno sullo sfondo, ma visti come lo erano nell’Ottocento: carne da cannone, e non elettori detentori del diritto di voto.
Ho avuto il privilegio di nascere e crescere in una famiglia operaia “antifascista e schedata” fin dagli anni Trenta. Tutt’altra cosa diceva mio papà degli “antifascisti post liberazione”, quelli che con gli americani sullo sfondo si inerpicarono da fascisti sulle colline delle Langhe riscendendone mondati. Abbiamo passato la nostra vita politica sempre all’opposizione, sia della Destra che della Sinistra, abbiamo solo apprezzato il breve periodo ove al Governo c’era il democristiano Alcide De Gasperi e all’economia il liberale Luigi Einaudi. In questo senso, posso dire di condividere (intellettualmente) il profilo di Destra 2.0 proposto da Serra, con un però. A condizione che si usi, come fanno gli arbitri di calcio, lo stesso metro di giudizio per tutti.
Assumendo che lo schema scelto da Serra sia corretto, ho provato a ripeterlo paro-paro per la Sinistra, ne sono venute sei locuzioni tecnicamente speculari e, penso, altrettanto efficaci. Un banale divertissement il mio, ma sono certo che se lo avessi riportato in questo Cameo, non Serra, personaggio di stile, ma altri mi avrebbero rovesciato il disprezzo della loro intera filiera terminologica “gufo, populista, xenofobo, omofobo. E’ comprensibile, nessuno di noi ama essere denudato nel profondo dell’anima. Comunque, non ho nessuna intenzione di aprire un dibattito sul tema Destra e Sinistra, non mi interessano per nulla, entrambe non godono di buona salute. Ormai si sono ridotte a essere un gioco di società fra élite salottiere, il linguaggio usato è da iniziati, alto all’inizio, via via più miserabile; quando il loro insulto più amato “populista” arriva al capolinea per eccesso d’uso, ecco scattare il disperato, definitivo “fascista”.
Lo confesso, mi sarei atteso ben altro da un intellettuale come Serra. Lui sa che alla fine di una legislatura dominata da un Pd sempre al governo (filo montiano, lettiano, renziano, gentiloniano), la percezione, giusta o sbagliata che sia, è che il Pd abbia praticato una politica di destra fingendo modalità di sinistra, abbia massacrato corpi intermedi da sempre configurati come di sinistra, soprattutto abbia trasferito il messaggio (devastante, perché falso) di “conoscere gli interessi dei cittadini meglio di loro stessi”: atteggiamento tipicamente euro elitario.
Proprio Repubblica, attraverso il supplemento Robinson, ha proposto, ai suoi lettori, in occasione del centenario del vocabolario Zingarelli, una gara per indicare quei vocaboli che fanno parte di un lessico (politicamente corretto?) per affrontare il futuro. Hanno prevalso resilienza e, a una incollatura, empatia. Parole molto belle, specie la prima, che designano qualità umane alte, virtù, valori, di cui la Sinistra si è impossessata, spesso senza pagare pegno. Per esempio, io che di sinistra non sono, in verità neppure di destra, avrei scelto rugiada e, stante l’età, crepuscolo. Però mai avrei messo sullo stesso piano il partito delle escort e il partito della famiglia (parallelo orrendo e offensivo), se l’avessi fatto mi sarei sentito uno fuori dal tempo, oltre lo spazio.