Nebbia in agosto: Macron dà la sveglia a Gentiloni

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Agosto è un mese diverso da tutti gli altri, perché diversi sono i nostri comportamenti estivi. Il periodo feriale ci autorizza a dare alla nostra vita o un taglio più veloce o uno più lento. Io ho scelto la lentezza, la riflessione, così anche il Cameo di agosto avrà connotati diversi, sarà più spoglio, più breve, più nervoso. D’altra parte, l’atmosfera di questo agosto 2017, malgrado il sole a palla, è dominata dalla nebbia (ricordate Nebbia in agosto di Robert Domes?)

Donald Trump, Angela Merkel, Matteo Renzi, Silvio Berlusconi, Beppe Grillo, sono stanchi, lasciamoli riposare. Da cattolico stendo un velo silenzioso sul Vaticano, anche lì c’è stanchezza, molta. Agosto sia il mese dei “diversi”: Giuliano Pisapia alla ricerca dell’Ulivo che fu, Stefano Parisi di un vero centro destra mai nato, Matteo Salvini di una innovativa Lega italica, Paolo Gentiloni di quel “quid” che può cambiargli la vita. Sopra di loro si staglia Emmanuel Macron, il nuovo Bonaparte, in e del XVI°.

Riconosciamolo, i suoi primi mille giorni sono stati eccellenti, un leader che, non con le parole, ma con gli atti ha definito la propria politica. Che è poi quella del suo paese, “sovranista” per pensiero e per storia. Auguriamoci che con lui cadano tutte la ambiguità di un’Europa finto liberale e finto globalista, nella realtà sovranista. Rimarranno alcuni a perseguire un mondo liberale, bello, giusto: sarebbe poi il mio, anche se sò che con queste élite è impraticabile. Tedeschi e francesi continueranno a farla da padroni, tratteranno i trattati come maglia bernarda, interessati solo ai loro interessi. Come i francesi anche molti italiani considerano strategiche certe aziende, non per ideologia ma solo per non passare da fessi, e stanno con Macron. Così sull’immigrazione, lo apprezzano per aver detto loro, a muso duro, che i migranti economici, provenienti dall’Italia, in Francia non entreranno mai (perché loro vorrebbero che non fossero mai entrati in Italia, anzi vorrebbero espellerli). Poi, ha fatto loro capire (geniale!) che è meglio un blocco navale “soft” che chiacchiere “hard”.

Paolo Gentiloni si è svegliato, in modo contorto si è mosso. Ora, oltre a inviare le navi, dovrà aprire il borsellino: Serraj & Haftar sono come Erdogan con Merkel,“tu dare moneta, tu vedere cammello”. Nessuno di noi osa ammetterlo, ma per le nostre élite i migranti sono un business, perché tutti (proprio tutti, Coop e Ong comprese) li considerano merci.

Riccardo Ruggeri

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