Osservando la situazione che sta precipitando, com’è giusto che sia, quando “i nodi stanno arrivando al pettine” ho deciso la nuova linea editoriale del Cameo. Non so se gli ultimi due giornali che mi pubblicano ancora continueranno a farlo (se lo faranno gliene sono grato, se non lo faranno li capisco). Riconfermo l’assoluto rifiuto mio a cadere nelle spire dell’ideologia del Ceo capitalism (sono un liberale nature e non intendo perdere questo privilegio. La mia età e la mia storia personale mi portano da un lato a voler sinceramente bene a tutti, specie ai miei concittadini, dall’altro provare un’infinita tenerezza verso tutti quelli, in buona fede, che si agitano, in particolare proprio quelli che sono più in alto nella scala sociale, per intenderci i globalisti e i sovranisti, i no-euro e i sì-euro, i più Europa e i più Italia. Siate gentili, smettetela di dire bugie, mettetevi in pausa, andate in vacanza.
Dico a tutti, a me per primo: “fermiamoci, facciamo una feroce autocritica sul nostro passato, ripetiamo il mitico “calma e gesso” della mia giovinezza operaia, e ripartiamo tutti insieme”. Lungi da me voler essere men che meno poco rispettoso verso la suprema magistratura dello Stato ma come gesto di pacificazione nazionale, se fossi il Presidente Mattarella andrei in tv e, con estrema semplicità, direi: “Ho subito da parte di Luigi Di Maio e di Matteo Salvini una serie di grossolani, inaccettabili diktat, ho dato loro tutto il tempo per trovare un accordo, poi, per mie carenze di informazioni ho posto il veto su un galantuomo come Paolo Savona e ho sbagliato. Così come ho sbagliato a proporre per quella posizione Giancarlo Giorgetti senza verificare che lui si era già tirato fuori. Aveva spiegato che non si sentiva tecnicamente all’altezza per andare a Bruxelles a trattare nell’interesse dell’Italia e, anzi, aveva proposto proprio lui, contattandolo, la candidatura di Paolo Savona. E Savona stesso aveva premesso: “Se la vostra posizione è No Euro non sono io la persona che fa per voi, io non sono un anti euro ma un trattativista” (fonte Giorgetti a Bersaglio Mobile di Enrico Mentana). Nessuno vuole uscire né dall’euro, né dall’Unione Europea, sono fake news. Come non lo propongono quei professori tedeschi che da anni studiano, come scialuppa di salvataggio, con la stessa logica di Savona, un’uscita dall’euro della Germania, qualora non fosse loro più conveniente. Non confondiamo l’Accademia con la Politica, l’Informazione con un giornalismo d’accatto. E si chieda il licenziamento con indegnità del Commissario Oettinger, anche se è un tedesco.
In questi anni, in gran parte proprio su questo giornale, ho scritto alcuni slogan che sintetizzavano le mie idee, come “L’Europa ha meno del 10% della popolazione del globo, produce un Pil pari al 25% del totale ma consuma il 50% del welfare. Insostenibile”. Come il Ceo capitalism è un modello politico-economico-culturale che: 1 Impoverisce la classe media e seda quella povera. 2 Mette al centro di tutto il consumatore e non il lavoratore. 3 Ci impone un (ridicolo) stile di vita, rubandoci il diritto a una vita vera. 4 Ci impone di scambiare diritti civili in cambio di diritti sociali. 5 Ha distrutto l’ascensore sociale, tipico del capitalismo classico, andando verso la distruzione della meritocrazia a favore della cooptazione, pescando le nuove leadership esclusivamente fra i membri di caste sacerdotali pregresse. 6 Tratta merci e uomini nello stesso modo. Se volete vi do l’ultimo nato: “Il Ceo capitalism è un modello criminale imposto da persone perbene”.
A questo punto, il nostro destino sarebbe segnato: si consoliderebbero un certo numero di monopoli globalizzati, il suffragio universale ci verrebbe sottratto, un autocrate al vertice di tutto ci farebbe da madre e da padre. La Cina del comunismo-capitalistico al Ceo capitalism ci è già arrivata: Xi Jinping ha nominato deputati 2.800 funzionari, questi all’unanimità lo hanno eletto dittatore fino al 2049. Di fronte a uno scenario di questo tipo, trovo totalmente idiota scannarci fra noi italiani e non combattere tutti insieme il nostro vero nemico, il Ceo capitalism, e l’osceno obiettivo epistocratico che c’è dietro. Continuiamo pure a dibattere ma scambiamoci un segno di pace.