I RAGAZZI SVIZZERI SI CHIEDONO: “DA DOVE ARRIVIAMO?” LA SCIENZA (SERIA) HA UNA SOLA RISPOSTA: NON LO SAPPIAMO

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“Ideatorio” è un servizio dell’Università della Svizzera italiana nato, una dozzina d’anni fa, per promuovere la cultura scientifica e il dialogo fra la scienza e la società. Ed è pure l’antenna cantonale della Fondazione Science et Cité. Delle svariate competenze che ha oggi mi piace riflettere, da nonno, sui progetti rivolti alle scuole medie. Infatti, fra i 140.000 visitatori finora consuntivati ci sono molti in quell’età curiosa dove non si è più bambini, ma non si è ancora ragazzi. In questa terza settimana di novembre molte le iniziative per gli studenti delle scuole medie. E’ poco noto in Italia, ma le scuole ticinesi sono all’avanguardia nell’insegnamento delle scienze naturali (chimica, fisica, biologia): ci sono scuole che hanno un orto, un boschetto, uno stagno. Che bello quando “sapere ed execution”convivono.

Molto interessante l’intervista che il Corriere del Ticino ha fatto al direttore di ”Ideatorio”, Giovanni Pellegri. Questi ha osservato come i ragazzi siano sì molto interessati agli argomenti scientifici (dall’esplorazione spaziale ai dinosauri, al funzionamento del cervello) ma quando si tratta di studiarli in modo sistematico e “obbligatorio” l’interesse scema. Immagino lo faccia con un sorriso, quando si chiede: “l’iper-specializzazione del sapere scientifico avrà ridotto il fascino di questi temi”? Lui sa che la risposta è già nella domanda e di certo l’ha colta nella gestione del loro piccolo planetario.

E’ sì importante classificare le stelle ma stante l’età dei ragazzi è molto più importante, dice, rispondere alle loro domande, dopo aver spiegato e fatto capire come il planetario funziona. Una domanda su tutte: “Da dove arriviamo?” Alcuni provano a rispondersi: “da Lugano”, “dalla pancia della mamma”, “da Adamo ed Eva”, “dalle scimmie”. A questo punto interviene Giovanni Pellegri e confessa ai bimbi-ragazzi: gli scienziati non lo sanno, non conosciamo la modalità scientifica secondo la quale la vita è arrivata sulla terra. Però poi spiega loro le “certezze” scientifiche che abbiamo finora acquisito e che insieme alle “incertezze” racconta la vita vera. E la nostra simpatica, infinita ignoranza, della quale non dobbiamo vergognarci.

Tutti gli elementi chimici, come il carbonio, l’azoto, il ferro, ora presenti nelle nostre cellule, sono stati creati all’interno delle stelle, quando nell’universo c’era quasi soltanto idrogeno, in quegli istanti che seguirono al Big Bang. Le stelle si sono poi polverizzate nel corso di tempi quasi infiniti. E’ da quelle polveri che si è formata anche la Terra, quindi noi. Il ragionamento di Pellegri è limpido, quindi correttamente può dire ai giovanissimi che noi siamo “polvere di stelle”. Dopo queste spiegazioni i ragazzi, come dice ancora Pellegri, escono da “Ideatorio” con qualche “incertezza in più”, e questo in termini scientifici è bellissimo perché la scienza non è ambigua, o dà certezze o confessa incertezze. Non sappiamo come la vita sia arrivata sulla terra, se i bimbi ci chiedono “chi siamo?”, secondo lui la risposta è una sola: “polvere di stelle”. Chi è religioso, mi permetto di chiosare, è libero di aggiungere “… e polvere di Dio”.

Per chi come molti di noi vive nel mondo delle fake news, sia popolari che istituzionali, e delle orrende fake truth di alcuni media, trovo meraviglioso che ci sia un luogo vietato, per definizione, alle fake di ogni tipo e specie a un passo dal confine con la Svizzera. 

www.riccardoruggeri.eu

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