FINALMENTE UNA BUONA NOTIZIA: PRESTO TORNERA’ L’ALTERNANZA DESTRA-SINISTRA

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Immedesimandomi nel Donald Trump che c’è in ciascun di noi, ho scritto un tweet sulle elezioni in Emilia-Romagna: “Come apòta sono indifferente al risultato. Mi auguro che chi vincerà lo faccia con eleganza, e chi perderà lo faccia con dignità. Stante il livello culturale dei due candidati sono certo che finirà così”. Tweet scritto d’impeto, perché molti lettori volevano, sollecitandomi con comunicazioni private, che mi esprimessi (in realtà, volevano che mi schierassi), come succede a ogni elezione. Grazie no, sono e resto apòta.
Il mio era un tweet sincero, destinato a persone perbene. Eppure, mi hanno fatto notare i competenti del web: con poco più di 5.000 follower (un nulla rispetto ai numeri delle grandi firme del giornalismo) dopo dieci ore di esposizione in bacheca il mio tweet ha avuto appena 18 “mi piace”, nessuno che l’abbia rituittato. Un flop.
Come analista mi faccio una domanda eccentrica rispetto al mainstream: ciò che sta succedendo in Cina avrà un impatto sulle elezioni in Emilia-Romagna?
Forse no, visto che manca troppo poco all’apertura dei seggi, anche se sempre più persone decidono se e come votare solo all’ultimo giorno, alcuni (come me) addirittura nel tragitto da casa al seggio. Il messaggio che arriva dalla Cina, trattandosi di una potenziale pandemia per ora sotto controllo, è una comunicazione a diffusione istantanea e capillare (nel nostro DNA la peste medioevale è ancora presente). In particolare, dalla Cina sono arrivati due messaggi molto forti, basati sulla modalità della execution, che è poi quello che interessa ai cittadini in casi come questo.
Xi Jinping ha preso due decisioni fulminanti:
1 Cordone sanitario intorno a 13 metropoli, trasformate in 13 mega Zoo, per
una quarantina di milioni di abitanti ivi rinchiusi. Questi ricevono
direttive via smartphone ma restano circondati dall’esercito.
2 Nella città di Wuhan immediata costruzione di un ospedale da 1000 posti letto in “dieci giorni dieci”. C’è stato un precedente, nel 2003 a Pechino ne fu costruito uno in “sette giorni sette”. Significa che, come ogni feroce dittatura che si rispetti, Xi Jinping ha un piano “B” per ogni evenienza, non solo politica (ovvio) ma pure naturale.
Se gli elettori emiliani-romagnoli, prima di entrare nella cabina, acquisissero queste due informazioni dalla Cina, proiettandole sui loro problemi, potrebbero chiedersi: abbiamo bisogno di un uomo forte? Se sì, è più “forte” Stefano Bonaccini o Lucia Borgonzoni (dietro la quale si staglia in filigrana il volto del suo mentore)?
Personalmente ritengo che i risultati di queste due elezioni, così come di quelle che seguiranno nel 2020, non saranno dirimenti. Soprattutto non c’è alcuna necessità dell’uomo forte. Non abbiamo bisogno dell’arrivo di nessuno, devono semplicemente andarsene quelli al potere da trent’anni, e i loro cari. Il vero problema oggi è il degrado dei partiti, delle leadership, delle élite del Paese, ormai al capolinea. Tanto più questi continueranno a deteriorarsi, tanto più i processi decisionali si raggomitoleranno, e tanto più i problemi saranno costretti a prendere la strada del Colle. E non è giusto, il Presidente deve rimanere un arbitro, come ha sempre dichiarato e fatto.
Come previsto i nodi stanno via via arrivando tutti al pettine, e proprio per questo come apòta, per quel che vale (nulla), sono ottimista. Appena liquidato il comico e le sue spalle e il politicamente imbarazzante premier (fusione per incorporazione nel PD) torneremo alla sana alternanza Destra-Sinistra, con l’aristocrazia del Ceo capitalism finalmente a cuccia
nella Città Proibita. Chissà perché mi è venuto in mente Pablo Picasso:
“Quando non ho più blu, metto del rosso”.


Zafferano.news

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