ANALISI DI BUSINESS SU UNA MULTINAZIONALE “TASCABILE” AL TEMPO DELLA GUERRA UCRAINA

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Per una multinazionale italiana (definita “tascabile” dalla Proprietà) ho fatto un’analisi di business per il suo Piano Strategico 2023-2028. Trattandosi di business in purezza, il “focus” prescinde da ogni valutazione politico-etica (rifiutata sia da me estensore, sia dalla Proprietà), e si concentra solo sugli aspetti economici (nel rispetto delle leggi di ogni singolo paese). E’ noto che ogni guerra comporta modifiche radicali circa le ricchezze del mondo (fatturati e redditività), le quote di mercato, le prospettive strategiche future degli attori, etc.

In un momento di crisi mondiale, per proteggere la Proprietà, ho dato allo studio i lineamenti del classico “worst case scenario”, con l’analisi dei Clienti (vincitori o vinti), fondamentali per predisporre il nuovo marketing strategico della società. Lo studio mostra che le prospettive aziendali paiono molto buone, previo ovvio sfilamento dal mercato russo e un ridimensionamento di gran parte di quelli europei, risultati zoppicanti stante il combinato disposto “Virus-Guerra”.

La guerra ucraina ha prodotto un solo “sconfitto”, Vladimir Putin. Sconfitto è pure il futuro della Russia: da grande potenza assoluta si ridimensiona in potenza regionale, costretta a trovare alleanze ad Oriente e a focalizzarsi sui suoi fusi orari orientali. Con però ancora due asset fondamentali (un territorio zeppo di materie prime e un arsenale nucleare devastante) ma in carenza strutturale di popolazione.

Tra i “feriti” l’Europa. E’ destinata ad essere sempre più follower dagli Usa e dovrà modificare il suo amato “stile di vita”Che dire? Hanno vinto tutti gli altri “Imperi”, salvo la Russia, mentre gli Usa, vittoriosi assoluti sul breve, stanno perdendo, nel lungo, la loro “centralità strategica” (profezia di Niall Ferguson).

Il modello di business di questa multinazionale “tascabile” dovrà focalizzarsi sui “vincitori”, quindi dovrà essere sempre più baricentrata a Oriente. Le prospettive, lo dicono i numeri dello studio, saranno eccellenti. Anche la “prudente” Proprietà ne è convinta e lì saranno concentrati gli investimenti.

Alcune notazioni a margine sui “Vincitori”:

Cina. Appena Usa & Europa hanno messo le sanzioni sul grano russo, la Cina ha tolto tutte le restrizioni sullo stesso, che aveva applicato per motivi tattico-sanitari. Così ora si approvvigiona di gran parte del “grano sanzionato” (ovviamente a un prezzo ultra scontato, mentre gli europei dovranno comprarlo altrove, a prezzi maggiorati). Il commercio cinese verso la Russia esploderà (in pochi mesi è già aumentato del 41%). A prezzi stracciati comprerà pure petrolio, gas, carbone, e, grazie alla scelta di Usa & Europa di “giocare” pesante escludendo la Russia dal “Circuito Swift”, questa sarà buttata, “finanziariamente”, fra le braccia della Cina. Xi Jinping ha capito che “strategia del suo isolamento”, causa Virus, metterà in crisi l’Occidente molto più che aprendo lo scenario Taiwan. Il primo mattone del nuovo Ordine Mondiale, per la costruzione del Palazzo Cina-Russia-India, c’è.

India. Non avendo adottato le sanzioni occidentali ha avuto uno sconto sulle forniture di petrolio del 35% (sic!) rispetto ai prezzi anteguerra e, grazie a Swift, può pagare in rupie i suoi acquisti russi (sic!). Il suo riposizionamento-sfilamento rispetto all’Occidente l’ha rafforzata.

Stati Uniti. Noi europei ironizziamo sull’imbarazzante senilità di Joe Biden. In realtà, dal punto di vista tattico, è uno dei migliori Presidenti in termini di difesa degli interessi americani di tutti i tempi. Si è impossessato de facto dell’Ucraina, venderà all’Europa il suo gas (odiato dagli ecologisti per i danni ambientali che produce), tapperà i buchi del mercato mondiale dei cereali, ormai è certo che questo 2022 sarà l’anno record di tutti i tempi per il Midwest (elettori repubblicani). Non parliamo del mercato delle armi che esploderà, sia perché il Pentagono dovrà ripristinare i magazzini, dopo averne regalato i “fondi” all’Ucraina, sia grazie al riarmo di Germania ed europei in genere, Svizzera compresa.

E’ triste dirlo, ma di fronte al business, i grandi ideali (spesso solo salottieri) si sciolgono come neve al sole. Questa guerra lo ha riconfermato, il dopoguerra esalterà ancora di più il cinismo assoluto del business che, ci piaccia o meno, ha marchiato per sempre noi occidentali.

Zafferano.news

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