Grazie al mio lockdown volontario posso commentare frase topiche del romanzo “Maria e l’Ingegnere. Il retrogusto del potere” , proposte dai lettori. Lo faccio attraverso il “Naso” di Maria quando sento, anch’io come lei, puzza di cenere umida, persistente.
Dal Capitolo XXV: “.. quando i freni morali dei due contendenti-contraenti cadono, tutto si semplifica, l’impossibile diventa possibile, l’illegale legale. Questo è l’orrore e la bellezza del crimine nel business e nel management: la sua criminale semplicità”.
Nella sua scalata verso il potere questa è una delle prime cose che Maria capisce e metabolizza. La declinazione “ricatto-assassinio” tende a intersecarsi e a fondersi nel corso del racconto, e lei capisce come riuscire a districarsi, deve arrivare ogni volta fino al limite del burrone e poi, sorridendo, ritirarsi.
Le battaglie sono importanti ma i conti nel CEO capitalism si fanno sempre alla fine. E poi tu devi comunque sederti, quantomeno al tavolo della pace, anche se sai che sarà breve, sfilacciata, infida.
Maria si sente pronta, dice: “Come donna di montagna sono certa di trovarmi a mio agio e cercherò di portare innovazione”. Addirittura! Innovazione nel management criminale di costoro! E’ una pazza! Di genio. Per questo mi sono perdutamente innamorato di lei.
Il romanzo in versione digitale, audio, cartacea, a partire da 5 €, lo potete trovare qui.