L’Italia del Governo Conte avrebbe bisogno di un’opposizione di sinistra (liberale) di qualità.

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Posso dirlo? Sono sfiduciato, non solo come professionista, ma pure come uomo. Com’è possibile fare il mio lavoro di analista indipendente senza che ci sia nel paese un’opposizione di sinistra (possibilmente liberale) al governo Conte? I neo colti possono dire ciò che vogliono, ma in democrazia ci dev’essere la Destra e la Sinistra (solo il modello del ceo capitalism monopolista e dittatoriale non ne ha bisogno). Oggi abbiamo bisogno di un’opposizione di sinistra che lavori per una strategia di governo futura e che sia in possesso di requisiti minimi di dignità politica. I suoi potenziali leader? Non merita neppure andare ad intervistarli. Paolo Gentiloni, stimabilissimo, non è costruito per fare il capo dell’opposizione, punto. Matteo Renzi pare interessato solo al gruppo di parlamentari-pretoriani che ha fatto eleggere, li difende come fa Roberto Saviano con la scorta, ormai oggetto metafisico del suo essere. Di Carlo Calenda neppure parlarne, noi cittadini comuni lo assimiliamo, forse sbagliando, a una copia fotostatica del personaggio più odiato in questo momento storico, Emmanuel Macron. In questo caravanserraglio che è l’opposizione è piombata la personalità esuberante di Oliviero Toscani, decretando la “fine della storia di sinistra” di Fukuyama memoria. E qua mi taccio.

Non parliamo poi delle élite cosmopolite, del noto brand “società aperta”, che hanno trasformato le loro Ong pseudo umanitarie, in navi corsare, battenti false bandiere nazionali (in questo caso olandese; reato di riferimento: pirateria internazionale, roba da corsari somali). In questi giorni viene esaltata la figura di certo Soren Moje, skinhead con cresta rossa e anello al naso, capo della ciurma di Lifeline, novello François l’Olonese. Che dire? Se questa è l’opposizione al governo Conte, sono senza parole. Ancora qualche mese di opposizione sciagurata come quella in corso e Giuseppe Conte, ridicolizzato dai colti per un rigo del suo curriculum di fanciullesca vanità, si staglierà nel panorama politico come un Alcide De Gasperi 2.0.

Ma la vera assicurazione sulla vita del Governo Conte resta Monsieur le Président, l’è lù, Emmanuel Macron. In poche settimane ha dato (involontariamente of course, come si conviene a un gaffeur istituzionale) a Giuseppe Conte una dimensione internazionale, a Matteo Salvini ha regalato una dozzina di punti facendo della Lega il primo partito del paese, agli italiani perbene una visione diretta di come sarebbe l’Europa franco tedesca, un luogo orrendo ove gli “accordi” sono “pacchi”. Per non parlare della sua compare Angela Merkel, ormai politicamente bollita, e disperatamente aggrappata alla cadrega che indegnamente aveva sottratto all’unico statista tedesco, quel Helmut Khol che l’aveva allevata, per poi essere da lei tradito.

Che fare? L’Italia non può permettersi di avere per cinque anni un Governo Conte senza un’opposizione di sinistra (liberale) seria. L’unico uomo che potrebbe svolgere questo incarico sarebbe Carlo Cottarelli (premetto che essendo un suo caro amico non sono assolutamente credibile come sponsor) che dovrebbe assumere il ruolo di cane da guardia del debito pubblico, l’aspetto chiave della nostra economia.

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