Minniti dice in calabrese quello che Salvini diceva in lombardo

 Marco Minniti ha tutte le skill per essere un leader, può piacere o non piacere (diciamolo, non piace, né ai suoi colleghi, né ai suoi avversari, e mi pare neppure a molti di noi della stampa), ma lo è. Essere figlio di un generale non guasta. Gli ultimi due leader che abbiamo avuto sono morti, Giulio Andreotti e Bettino Craxi. A livello internazionale sono fermo a Margareth Thatcher, Emmanuel Macron si è già sgonfiato.
Il leader in fondo è uno di noi, uno normale, a fronte di un problema la sua analisi è la più banale, ergo la soluzione sarà quella giusta, perché la più ovvia. Un processo mentale opposto a quello dei cosiddetti prufesur, o se preferite filosofi, economisti, intellò. Loro sono convinti che qualsiasi problema, prima di tentare di risolverlo, debba essere reso complicato, inserendo vincoli e condizionamenti di ogni tipo. Solo per poter dire pensosi “Problemi complessi richiedono soluzioni complesse e articolate”. In termini di execution una fesseria, il leader si ferma all’art. 1: “Qualsiasi problema ha una soluzione”.
Si è leader non solo per ciò che si fa, ma anche per ciò che non si fa, cioè il leader non pratica l’onanismo mentale, è sempre e solo concentrato sull’execution. Sembrerebbe facile raggiungere questo status, eppure i leader sono rari. Perché?

Prendiamo, il tema dell’immigrazione, se si sceglie una modalità di analisi convenzionale, tipica dei prufesur, si va a sbattere. Avviene se assumi che:

  1. “Siamo in presenza di un esodo epocale inarrestabile, quindi …”. E’ una bufala, nessuno che abbia studiato le grandi migrazioni del passato?;
  2. “Noi europei abbiamo depredato l’Africa, quindi …”. Chi sostiene questo dovrebbe essere conseguenziale, chiamare il Belgio con il suo vero nome: Congo. Poi distruggere Bruxelles e i suoi simboli, spedire tutti i belgi, nipoti dei ladri di allora, in Africa (chi ha voglia si legga il discorso di Re Baldovino per l’indipendenza del Congo: un’apologia colta del colonialismo più bieco);
  3. “La Libia non è  uno stato, quindi …”.  Dimenticando che tu eri tra quelli che esultavano quando tre leader euro americani, tre criminali (politicamente parlando), senza neppure il benestare dell’Onu, attaccavano un governo legittimo, non diverso da quelli medio orientali o asiatici con i quali continui a fornicare per business. Se Gheddafi era una canaglia lo sono pure Erdogan, Xi, Kamenei;
  4. “Le Ong sono enti morali …”. No, sono un mix fra idealismo e business del tipo più bieco (conta la ripartizione fra i due atteggiamenti: 90/10 indica un organizzazione umanitaria da rispettare, 10/90 una criminale).

E potrei continuare nel fare esempi: metterei in bella seghe mentali di intellettuali dal sesso non risolto.

E’ stato sufficiente copiare Angela Merkel. Lei scelse un kapò, tale Recep Erdogan (i tedeschi sono bravi nella selezione dei kapò), lo pagò profumatamente, perché “lei” potesse scegliere solo i rifugiati (quattro gatti) e “lui” respingesse tutti gli altri, e oplà il problema è risolto, la coscienza pure, la rielezione trionfale.
Così ha fatto Minniti. Due mosse banali: con una ha denudato le Ong costringendole a firmare un ovvio protocollo, con l’altra ha reso un po’ più efficiente la Guardia costiera libica. Immediato sgonfiamento delle Ong. Purtroppo, non un cane che abbia ringraziato il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, il primo che aveva capito.
Tutto finito? No, manca l’ultimo adempimento “dare dollaro vedere cammello”. Cioè pagare al governo libico la stessa “tangente” da 3 più 3 miliardi € dell’accordo Merkel-Erdogan. Al momento dell’incasso, le due anime (Tripolitania, Cirenaica) in conflitto troveranno un immediato accordo. Un’altra ipocrisia cadrà.

Mi chiedo, ma era poi così difficile capire? Le élite si rendono conto che ci era arrivato persino un buzzurro (copyright loro) come Matteo Salvini? Non si imporrebbe un minimo di autocritica? Lo dico nel loro interesse. Più le osservo e più mi chiedo: perché violentate la vostra intelligenza per difendere un modello ormai impresentabile? Non vi accorgete di apparire a noi elettori dei mediocri, tronfi della vostra mediocrità? Vi sono amico, ma onestamente non vi capisco.

Riccardo Ruggeri

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