Come si traduce in politicamente corretto “blocco navale lungo le coste libiche”?

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C’è una parola che connota questo momento storico, fatto di un mix micidiale di arroganza-impotenza delle élite: rivisitazione. Applichiamolo al tema dell’immigrazione. Per anni hanno utilizzando il termine “esodo biblico” per definire l’arrivo sulle coste libiche di una umanità, a volte dolente, a volte semplicemente alla ricerca di una nuova vita. Hanno rinunciato, da subito, ad affrontarlo, nascondendosi dietro l’arrogante locuzione “problemi complessi richiedono soluzioni complesse”, una banalità sociologica, nella maggioranza dei casi, pure falsa.
Per colpevolizzare quelli di noi che chiedevano una regolamentazione dicevano: all’inizio del Novecento anche noi siamo stati migranti. Vero, centinaia di migliaia di italiani lasciavano il paese, ma costoro sanno di cosa parlano? Chi erano, come lo lasciavano, come arrivavano nel paese ospitante?

Prendo il caso della mia famiglia: Mochignano, Bagnone, Lunigiana, braccianti agricoli, poveri, oggi si direbbe “migranti economici”, ecco chi erano i Ruggeri di allora. Per mandare in America uno solo, il figlio più forte (un investimento) occorreva rispettare un protocollo d’intesa concordato fra Usa e Regno d’Italia: a) avere un’offerta di lavoro; b) viaggio a spese dei singoli emigranti su piroscafi convenzionati (a bordo c’era un commissario italiano garante); c) all’arrivo a New York (Ellis Island) rigorosi controlli sanitari e amministrativi, spesso quarantena; d) proseguimento del viaggio fino al luogo di destinazione, dove avrebbe trovato il lavoro pre concordato, l’inserimento nel tessuto sociale locale, attraverso il rispetto delle leggi e della cultura del luogo. Era, ed è, l’unica modalità corretta per poter coniugare emigrazione-integrazione.

Se si fosse applicato questo protocollo per i migranti economici, e al contempo, la Convenzione di Ginevra per i rifugiati di guerra (solo i siriani ne hanno diritto), il problema non sarebbe esploso. Invece, i politici di governo, e i salotti che li supportano, essendo ignoranti, hanno scelto la cultura della rivisitazione. Come quegli chef fighetti che enunciano, con sussiego, di “rivisitare” la parmigiana di melanzane, limitandosi a non friggere le melanzane.

Un passo indietro, come siamo arrivati a questo sfacelo? C’era un accordo Berlusconi-Gheddafi che teneva sotto controllo il problema. Tre pazzi furiosi, di cui uno premio Nobel per la pace, tali Obama, Sarcozy, Cameron, decidono di deporre tale Gheddafi (con lo stesso criterio occorrerebbe deporre più della metà dei leader Onu), scatenano una guerra dal cielo, assassinano il reprobo. Dopo cinque anni dalla vittoria dei “nostri” la situazione resta fuori controllo. Una Holding di criminali comuni, legata all’Isis, trasporta migranti dalla Libia all’Italia, questa la modalità: a) la Holding incassa il nolo (2.000 $ a cranio), li stipa su un gommone, con un satellitare chiama la Farnesina chiedendo aiuto; b) interviene allora la Marina Militare, li prende a bordo, li porta in Italia. La Holding incassa il nolo, l’Italia esegue gratis il trasporto e trattiene il carico. Non essendo in grado di espellere quelli che non ne hanno diritto (oltre l’80%), avendo Austria e Francia chiuso le frontiere, restano tutti qua, senza un lavoro, senza una casa, senza alcuna prospettiva di integrazione. Una buffonata.

La soluzione “non rivisitata”? La stessa adottata dalla Spagna (socialista) vent’anni fa (muro a Ceuta e Melilla, tuttora funzionante), dalla Germania della Signora Merkel (incarico al Sultano Erdogan, previo pagamento di 6 miliardi €, di essere il kapò dei migranti colà bloccati in campi che non si può chiamare di concentramento pur essendoli). La stessa inventata dal liberal Bill Clinton, primo costruttore del muro con il Messico (1994). Unica differenza fra il santino Bill e il fascista Donald: il primo lo nascondeva (e i media di regime gli tenevano il sacco), il secondo se ne vanta.

Sono arrivati alla soluzione, al blocco navale (l’inverno è strategicamente il momento migliore per imporlo), vedremo se ora le élite franco-italo-tedesche sotto schiaffo di noi, prossimi elettori, lo faranno. Quale locuzione politicamente corretta troveranno per dire “blocco navale” senza dirlo? Attendo sereno.

Riccardo Ruggeri

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