1 “Prodi: Una tragedia, Italia nel baratro”. Tutti i padri nobili del Pd si comportano in modo curioso: dicono che vogliono tenersi fuori dalle vicende del Pd renziano ma sono sempre lì a sfruculiare, mettono e tolgono le tende, vogliono che succeda qualcosa ma temono che ciò avvenga. Un invito a tutti: non dite che siamo sul baratro, altrimenti arriva lo spread, soprattutto quelli che con lo spread si sono ingrassati.
2 “Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra diseguali”. Pietro Grasso si è dimostrato un grande uomo di comunicazione. Tre mosse: esce dal Pd con feroce eleganza al momento giusto e con parole giuste, si definisce “ragazzo di sinistra”, usa in modo geniale frasi di Don Milani come quella del titolo. Se aggiungi l’accendino Dunhill che gli donò Giovanni Falcone sempre in tasca, il profilo di un leader di una Sinistra-Sinistra si è ora palesato compiutamente: habemus Mélenchon.
3 “Consob spara su Bankitalia, Bankitalia risponde vendendo il Bagaglino”. Il titolo è mio.
4 “Bce sotto attacco sui crediti deteriorati”. Persino Padoan e Tajani attaccano Draghi. Non c’è più religione.
5 “Trump vende a Xi 300 aerei Boing (37 miliardi $)”. Terrorizzato Michael O’Leary. Ogni volta che i cinesi comprano un nuovo aereo, Ryanair perde due piloti, quindi deve cancellare qualche destinazione. Scontro fra due business model entrambi fasulli, di certo non di mercato. Il pettine sta arrivando ai nodi.
6 “Testate d’autore”. Il titolo è mio. Se vivessimo in un mondo giusto e meritocratico, appena scontata la pena, Roberto Spada dovrebbe sostituire Zinedine Zidane come allenatore del Real Madrid.
7 “Il tweet di giornata”. Ai miei follower ho posto questo dilemma: “Il sogno di ogni italiano: o avere 67 anni o essere fra i Panama Papers”. A grande maggioranza: buona la seconda.
8 “Intervista a Mario Monti”. Confesso di provare una grande invidia verso di lui. Le sue analisi televisive sono costruite in modo perfetto, il mix competenza-dottrina-ironia gli fa bucare lo schermo, il top per un comunicatore. E’ meno efficace come editorialista. Confesso invece che i contenuti delle sue proposte a volte mi mettono a disagio, non per ciò che dicono ma per quello che non dicono. Stavo per mettermi a scrivere un commento quando un mio fedele follower (L.T. che così si profila: “Creo algoritmi per Firenze e Toscana, Bologna e Romagna, e oltre …” Dietro a quei tre puntini immagino ci sia un mondo misterioso e affascinante) mi scrive: #SenatoreMonti, #futuroitalia, #Establishment: non sa che pesci pigliare, vero?. Potenza del Web e di quelli che creano algoritmi come L.T. era ciò che pensavo ma mai avrei osato scrivere per rispetto verso un senatore a vita. Eppure è questa la percezione che l’Establishment nostrano trasferisce. Che dire? Lo considero un aiuto (involontario of course) alla mia descrizione del ceo capitalism. Prosit.
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