Peggio Mafia Capitale o Marcia Capitale? Molto difficile spiegarlo a uno straniero

Di 0 No tags Permalink 1

Per noi residenti all’estero, spiegare a uno straniero, abituato alla locuzione Mafia Capitale, i festeggiamenti per la sentenza della X sezione del Tribunale di Roma, che ha escluso l’associazione mafiosa per i due principali imputati, pur comminando pene durissime a tutti, è impresa disperata. Loro non possono capire perché dopo questa sentenza abbiano esultato sia i criminali (scompostamente) che le élite di destra e di sinistra (compostamente). L’ho spiegata così: errato dire Mafia Capitale, il termine corretto è Marcia Capitale (il copyright è mio). Doverose due considerazioni:

1 L’unico che può esultare è l’amico Giuliano Ferrara. Da subito lui aveva confezionato un grande scoop giornalistico “a tempo”, intuendo la non applicabilità dell’associazione mafiosa agli imputati: tutto si è verificato. Chapeau! A lui e al Foglio;

2 Una Corte impeccabile, malgrado la Cassazione, ha applicato la legge, bocciando il termine “mafia”. In base al codice penale questi sono sì criminali, ma non mafiosi, la Corte l’ha certificato, punto. I Pm hanno sbagliato? Certo, ma siamo nella fisiologia dei ruoli accusa-difesa, il giudice è terzo proprio per questo, ha sciolto il nodo, in tribunale mai ci sono vincitori o sconfitti, solo colpevoli o innocenti.

 

La dimostrazione di Marcia Capitale sta nel profilo del colpevole simbolo della politica capitolina di sinistra, l’ex braccio destro di Walter VeltroniLuca Odevaine. Ha giustificato, pensa te, uno stipendio mensile in nero di 5.000 € non per lui (orrore) ma per far sopravvivere i dipendenti di una Coop-Ong dedita agli immigrati, necessari perché lo Stato pagava in ritardo (sic!). Nel ragionamento e nella personalità di Odevaine c’è il mondo marcio di queste élite politiche, pregne di un ridicolo mix buonismo-corruttela-ipocrisia, che si liquefa al contatto con la realtà.

 

Capire che sia più corretto dire Marcia Capitale piuttosto di Mafia Capitale per me è stato facile: ho avuto il privilegio di vivere la meravigliosa stagione di Mani Pulite (il mio master per capire a fondo l’osceno mondo del business), so perfettamente come costoro ragionano (se mi posso permettere, gran parte del colleghi giornalisti ne ha una visione romantica, lontana anni luce dalla realtà, costoro sono spesso delinquenti comuni vestiti da festa).

Per costoro la legge si applica per tutti (e duramente), ma per loro no. Uno di loro uccide? Non è omicidio comune, ma azione rivoluzionaria, pena ridotta (se le condizioni sanitarie appaiono gravi l’uscita dal carcere è atto di civiltà giuridica, il fatto che poi viva alla grande per altre decine di anni pura casualità). Se poi portiamo il discorso sui reati economici non riesco a non scompisciarmi dal ridere esaminando la legislazione anticorruzione degli altri paesi occidentali e le loro magistrature embedded al potere. La differenza fra l’Italia e il mondo anglosassone e centro-nord europeo sta solo nella terminologia: loro chiamano lobbying, disruptive innovation etc. la corruzione (bieca o elegante) delle élite. In Italia tanti rubano poco e pochi rubano tanto, colà pochi rubano tantissimo.

 

Mi sono stufato di ripetere i casi di Siemens, di Merkel-Svizzera, del riciclaggio dei patrimoni dei boss della droga da parte delle Banche americane, di Steve Jobs e di Tim Cook, o il Nobel dato all’ente Ipcc che ha taroccato i dati sul riscaldamento terrestre, tutte il marciume reso pubblico grazie a Edgard Snowden, a Julian Assange, e a tutti gli sconosciuti funzionari-eroi che ci hanno fatto capire cosa c’era dietro il Ttip, i Monsanto Papers; infine l’ultima ciliegina: la mitica industria tedesca dell’auto altro non è che un cartello come quelli colombiani, a conferma che il Ceo capitalism vive e prospera solo nel marciume, persino nella rigorosa Germania.

Quindi, basta il termine improprio “Mafia” (lasciamolo a quelli con la coppola) ma quello corretto di “Marcio”, e non ci si limiti a praticarlo solo per Roma (sarebbe ingiusto), ma per tutti quelli che lo meritano.

www.riccardoruggeri.eu

Comments are closed.