Interessante questo scontro America-Cina. Spesso mi chiedo: sfocerà in una nuova guerra fredda? E’ probabile, ma sarà solo economica, Obama ha messo gli americani e i globalisti in un cul de sac.. Dobbiamo attrezzarci a prendere la vita con leggerezza, non dare troppa importanza a questi dell’establishment, suggerisco di ispirarci a una frase del mio maestro, Hunter S. Thompson (inventore del gonzo journalism), riferita alla Presidenza Nixon: “Abbiamo pagato il biglietto, ora godiamoci lo spettacolo”. Ho fatto lo stesso durante le Presidenze Clinton, Bush, Obama, ho assistito a cose oscene spacciate per nobili, e a cose nobili ridicolizzate in modo osceno, continuerò a farlo, in scioltezza, con quella Trump. Il bello del gonzo journalism è che può essere veritiero senza essere rigidamente oggettivo, utile in questa fase storica di esaltati impotenti.Prendiamo il mondo di Davos, intellettualmente l’ho praticato, leggerne i resoconti mi ricorda le perverse tendenze distruttive della fauna cosmopolita dell’ex Sanatorio Berghof (vedi Thomas Mann): sostituisci i temi esistenziali della fine della Belle Époque con la globalizzazione stracciona di oggi, ed è fatta.
Per semplificarmi il lavoro, ho assunto come “segnale debole” il Presidente Xi, quello che dopo una transizione durata quarant’anni, ha preso il timone che fu di Mao Zedong. Se si esclude l’ossessione del vecchio Mao di giacere ogni notte con una vergine bambina (pedofilia e potere politico criminale si completano), la rassomiglianza psico-fisico-politica fra i due è impressionante. Due celebri locuzioni di Mao descrivono perfettamente l’Occidente odierno, così ridotto dalle presidenze Clinton-Bush-Obama: 1. “l’America è una tigre di carta”; 2. “Grande è la confusione sotto il cielo”. Si capisce che Xi le abbia fatte sue.
Se studi il curriculum di Xi, capisci cos’è la Cina di oggi, tutta proiettata a dominare il mondo, nella profonda convinzione che spetti solo a lei farlo (temo che la Storia le dia ragione). Certo, all’inizio Xi, come figlio di un leader comunista della prima ora, collaboratore di Mao durante la lunga marcia, è partito avvantaggiato, poi arrivò la Rivoluzione culturale, il padre fu arrestato, lui, ragazzino, visse in un campo di rieducazione, lavorò da muratore, una grotta fu la sua casa, dormiva sul kang (letto fatto di mattoni riscaldati tipico del nord agricolo della Cina), la sorella non resse e si suicidò, i fratelli fuggirono. Lui, da vero comunista rieducato (i peggiori?), si iscrisse al partito, fece carriera. Si ricorda una sua frase di allora “Chi ha poca esperienza del potere tende a guardarlo come fosse un romanzo o un mistero, ma io ho guardato oltre”. Un vero gerarca comunista. Di fronte a un personaggio di tal fatta mi fanno scompisciare dal ridere le nostre élite, tutte accanite contro Vladimir Putin, al confronto di Xi, un poveretto.
Finalmente gli americani con la testa sul collo, guardando quattro numeri (i conti della serva sono più significativi di quelli dei Nobel dell’economia), hanno capito l’ovvio: dovevano passare da un America che pensava di guidare il mondo (e non lo sapeva fare) a una che deve curare le proprie ferite sociali, da garante della globalizzazione a protezionista, non per scelta strategica, ma tattica, solo per ricostruire la propria struttura industriale.
C’è chi definì la politica estera americana la “divisione intrattenimento dell’apparato industrial-militare” del Paese. Trump non è un outsider folle, come lo descrivono i più, ma il primo attore di questa fase di entertrainment.
Prima di andarsene da Davos, Xi ci ha lasciato il suo peto (nel significato medioevale di soffio vitale), ha sentenziato: “Perseguire il protezionismo è come rinchiudersi in una stanza buia”. Parole sante, un tempo le dicevamo noi, però allora eravamo noi che davamo le carte, e sapevamo che erano truccate, a nostro favore. Giochiamo pure ma dobbiamo sapere che è un gerarca comunista travestito da liberale, a dare le carte, e le ha pure truccate
Abbiamo pagato il biglietto, ora godiamoci lo spettacolo: Trump versus Xi. Ora sono più tranquillo, questi sono due banditi matricolati, prima invece c’era un bandito e un elegante sprovveduto.
Riccardo Ruggeri