Prevedo la vittoria dei giovani sui vecchi. I troppo colti non sono attrezzati a capire il banale

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Ultimo Cameo prima del voto. Molti lettori mi chiedono una previsione sui risultati. Riconosco che questa richiesta è giornalisticamente corretta, anche se l’etica dell’analista indipendente, quale io sono, non lo prevede. Però sono talmente vecchio come persona, e talmente giovane come giornalista, che posso permettermi il lusso di lanciarmi in una previsione assolutamente velleitaria, come solo i parvenu possono fare.

Non è frutto di nessuna analisi, solo sensazioni, piccoli segnali che più deboli non si può. La riassumo così: si verificherà una sorpresa. Malgrado l’irritazione verso i politici, la sfiducia verso i partiti, il gelo che ti porterebbe a rimanere a casa, ci sarà un’inattesa affluenza ai seggi, e un altrettanto inatteso mix di votanti rispetto al 2013. Andranno a votare molti di quelli che allora non c’erano andati e non ci andranno alcuni di quelli che c’erano andati. Noi elettori, a volte, siamo brutte bestie, però nel momento del voto abbiamo comunque ragione, sempre. E’ l’infinita bellezza della democrazia diretta, dell’essere liberi, del suffragio universale.

Ipotizzo che ci sarà un altrettanto inatteso risultato: cesseremo di essere tripolari, torneremo bipolari. Saranno vincenti una “Neo-Destra” (le quattro gambe del centro destra) e una “Neo-Sinistra (la sola gamba del M5S). Uscirà sconfitto il “Neo-Centro” (e le sue tre gambette), il partito della nazione, il partito dell’establishment, i suoi voti diventeranno ininfluenti, passerà all’opposizione (intuizione di Matteo Renzi dell’ultima ora). Vinceranno i “giovani” (Luigi Di Maio, Matteo Salvini, Giorgia Meloni) perderanno i “vecchi” (Matteo Renzi, Silvio Berlusconi, Pietro Grasso).

Su quali elementi si basa la mia previsione, ovviamente avventurosa? Solo uno: l’onda lunga del No al referendum colpirà ancora. Lì si è rotto il rapporto fra il popolo e la classe dirigente di centro sinistra. Ai colti dell’establishment è sfuggito che, mentre per le élite la Carta costituzionale è una maglia bernarda da usare o non usare a seconda delle convenienze di casta, il popolo italiano crede profondamente alla Carta, meglio la vede come l’unica difesa contro l’establishment al potere, contro i loro comportamenti sciagurati. E poi mai come in questo momento, la seconda parte dell’articolo 1 unisce tutti gli italiani perbene, vecchi o giovani, ricchi o poveri, di destra o di sinistra che siano.

Se hai un lavoro a tempo indeterminato sei un essere umano, hai una dignità, puoi avere dei sogni, i tuoi figli e nipoti avranno un futuro. Se accetti di essere un consumatore sei un tubo digerente, un’oca alimentata da un padrone che su di te campa. Sei un miserabile precario, uno zombie orwelliano. La sintesi del voto è tutta qua. I troppo colti non sono attrezzati a capire il banale.

Se lunedì non andrà così, e avranno nuovamente vinto le élite chiederò sinceramente scusa ai lettori. Io, come analista-giornalista avrò fatto la figura dell’allocco ma voi, forse, per un paio di giorni avrete sognato un mondo migliore di quello in cui vivete e in quello in cui potreste vivere per i prossimi cinque anni. Prosit, cari lettori.

www.riccardoruggeri.eu

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