Non me ne voglia Vittorio Feltri, ma il titolo di domenica scorsa su Libero “Il Pd ha il cancro” non era appropriato. Se vogliamo analizzare, in termini sanitari, il Pd post consolato triennale di Matteo Renzi, scopriamo che la sua malattia di certo è di natura psichiatrica, non oncologica, gli specialisti direbbero “probabile Dig” (Disturbo dell’identità di genere).
Il Pd era nato, come fusione a freddo di alcune culture: comunisti all’acqua di rosa, democristiani al the verde, socialisti bio, liberali vegani, una simpatica accozzaglia di intelligentoni predisposti alle “zingarate”, che potevano trovare la sintesi solo in un leader concavo-convesso. Trovarono Romano Prodi, li portò due volte al potere. Scomparso Prodi, cominciò una lenta decomposizione, che solo l’energia giovanile di uno sfrontato fiorentino (tipico furb da pais 2.0 circondato da quattro ragazzotti nulla più che ambiziosi) poteva bloccare. Il Pd, spacciato come rottamatore, divenne in realtà un negozio di prodotti balsamici, lenitivi, francescani, proprio nel momento in cui il mercato politico, stante la crisi, si radicalizzava contro le élite. Era stata geniale l’idea di Tony Blair, di Bill Clinton, di fare una politica di destra con i voti dei sinistri (e loro arricchirsi), ma i nostri ragazzotti e i loro fan non capirono che quest’era stava finendo. Matteo Renzi ne era l’epigono. Così pagò anche colpe non sue, dal 60% dei cittadini fu invitato a togliere il disturbo, s’incaponì a rimanere, ma secondo le regole del largo consumo quando uno yogurt scade, si butta.
Quindi, caro Feltri, il Pd non ha il cancro, Renzi sta cercando semplicemente di modificarne la natura, ha voluto spostarsi al centro, convinto che lì ci sia il “baricentro”, il Santo Graal della politica politicante, che tutti cercano, e nessuno trova. L’Occidente liberal è alla ricerca del “baricentro”, così le grandi democrazie (ex?), dall’America colta all’Europa sofisticata, seguendo quel (sciagurato) modello scandinavo-californiano, dove “sogno ed execution” mai troveranno la quadra. Persino Papa Bergoglio, da buon gesuita, storicamente vicini alle élite, ha imboccato questa strada, ma si capisce che anche lui non sa dove andare: è sì venuto da lontano, ma dal “Barrio Flores” non è ancora uscito, ci gira intorno, ma non si allontana.
Si sono messi tutti en marche, ma non sanno per dove, le dita delle loro mani si intrecciano, come quelle mitiche di Brigitte ed Emmanuel. Loro pensano di aver superato il versetto della Genesi, 1,27 “Dio creò l’uomo a sua immagine, …”, chissà se hanno riflettuto sulla scelta di Michelangelo che ha riservato la parte destra dell’affresco a Dio, quella sinistra ad Adamo. Tutto si gioca sulle mani dei due che si avvicinano senza mai toccarsi, l’uno è fermo, il dito dell’altro è reclinato, sottomesso, mai potranno unirsi, perché così avviene fra l’infinito e l’umano.
Tornando al Pd di Renzi, questi è destinato a dimagrire fino a quanto non si sarà liberato dell’ultimo “sinistro”, per poi cominciare a ingrassare (questa la speranza) via via che si approprierà di parte dei “destri” ex Berlusconi. Quanti? Nessuno lo sa, è gente strana. La stessa operazione avverrà a destra, di certo in modo molto più sguaiato, via via che destri doc, leghisti, pentastellati, cercheranno di trovare il proprio spazio vitale. A sinistra dipenderà da quale tasso di rissosità reciproco adotteranno per conoscerne il dimensionamento.
Consiglio gli amici politologi di affittare una barca a Manaus, andare a una decina di chilometri a nord, ove il Rio Negro, nero per la presenza di grandi quantità di vegetali in decomposizione, incontra il limpido blu del Rio delle Amazzoni. Queste acque, più fredde, più veloci, più dense quando incontrano quelle più calde e più lente del Rio Negro danno origine a una battaglia mortale, dalla quale esce sempre vincitore il Rio delle Amazzoni: sei chilometri di vortici spietati faranno scomparire il nero e tornare blu. Metafora fluviale di questo momento politico che però non scioglie il dubbio di dove sia il baricentro.
Ma noi uomini liberi e indipendenti non abbiamo dubbi, il blu vince sempre su tutti gli altri colori, e dove sia il baricentro lo sa solo Dio. Non siamo così idioti da cercarlo, il baricentro.