Edizione straordinaria del Cameo: Di Maio e Salvini gettate la spugna, il Presidente vuole altro

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Mai era successo che scrivessi e facessi uscire un Cameo di domenica, mai in edizione straordinaria. Oggi lo faccio, e come cittadino dico a LuigiDiMaio e a MatteoSalvini, gettate la spugna, l’establishment non vi vuole. Ve lo dico con profonda simpatia e perché me lo posso permettere. E’ il vantaggio di essere un appartenente alle élite del Paese, un liberale (nature) non ricattabile sul piano economico, intellettualmente indipendente, un editore: insomma, un uomo di mondo.

Perché allora scrivo questa edizione straordinaria del Cameo? Perché ho letto attentamente, e più volte, le parole del Presidente SergioMattarella, come ovvio impeccabili sul piano costituzionale. Altrettanto impeccabili le frasi di LuigiEinaudi citate.

(Apro una parantesi personale, la mia famiglia, di operai Fiat antifascisti (schedati fino al 1945), anticomunisti (schedati dopo il 1948) aveva una grande stima verso Einaudi, malgrado la macchia derivante dal Regio decreto 1227 del 28 agosto 1931: “Giuramento di fedeltà al Fascismo”. Recitava: “I professori di ruolo e i professori incaricati nei regi istituti d’istruzione superiori sono tenuti a prestare giuramento secondo la formula seguente: Giuro di essere fedele al Re, ai suoi reali successori e al Regime Fascista …..”. Chi avesse rifiutato di firmare avrebbe perso la cattedra (per correttezza storica, non il lavoro esterno, e non sarebbero andati in galera). Ebbene, su oltre 1200 cattedratici solo 15 non firmarono. FrancescoRuffini chiese ad AlbertEinstein di intervenire, lui lo fece scrivendo al Guardasigilli AlfredoRocco che gli rispose facendogli osservare “Dov’è il problema se solo l’1% non ha firmato?” Einstein non replicò. Ricordiamo che gli antifascisti veri furono appena l’1% degli italiani, erano quasi esclusivamente ebrei, operai, contadini e 15 professori universitari su 1.200. Di quest’ultimi, i nomi più prestigiosi sarebbero diventati le punte di diamante della Repubblica, eppure tutti avevano firmato. Quelli di sinistra si giustificarono dicendo che lo fecero su richiesta di PalmiroTogliatti (lui per prudenza era a Mosca) perché “era nell’interesse del Pci”. I cosiddetti liberali seguendo l’invito di BenedettoCroce, lo fecero per “evitare che le cattedre fossero occupate da potenziali avvelenatori dell’animo degli studenti”. I cattolici seguirono l’invito di PapaPioXI di firmare ma “con riserva interiore”. Questo il dagherrotipo della nostra classe dirigente. Chiusa parentesi).

Sono esistiti tre LuigiEinaudi: quello prima del 1945, quello Padre della Patria e Presidente della Repubblica (citato da SergioMattarella), quello pensatore e scrittore (il mio mito) dalla locuzione definitiva “Il totalitarismo vive con il monopolio”. Pietra tombale sul ceo capitalism che sarebbe venuto dopo il 1989, quello delle “monopoliste felpe californiane” e dell’unico ceo capitalism compiuto, quello totalitario del tiranno Xi Jinping.

Leggendo tra le righe dell’intervento del Presidente Mattarella si capisce che a lui questo governo non garba, malgrado sia l’unico voluto dagli elettori. A questo punto, come cittadino, invito entrambi i leader a gettare la spugna, spiegando a reti unificate il perché. Così il Presidente Mattarella si fa il “suo” governo di “tecnici neutri” e ii Parlamento deciderà se votarlo o bocciarlo. Cari DiMaio e Salvini non insistete, le istituzioni sono più importanti di tutti noi. Il Presidente ha ritenuto opportuno prospettare di usare l’atomica, se ne è assunto la responsabilità. Rispettatelo. Alle prossime elezioni, speriamo in autunno, noi cittadini metteremo in fila tutto ciò che è successo, e ci comporteremo secondo coscienza.

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