Che il libro “GUERRA E POESIA” esca il 4 novembre 2023 in esclusiva per gli abbonati a Zafferano.news (100 €, in versione pregiata, numerata, con dedica personalizzata e con successivo colloquio-dibattito privato con l’autore) e per tutti in modalità Amazon (14,99 €), proprio il giorno della Festa delle Forze Armate, e all’inizio della Guerra Hamas-Palestina vs. Israele, è puramente casuale.
Nell’Incipit, che qui riporto, è sintetizzato l’evento di ottant’anni fa che sta alla base del libro e dell’avventurosa ricerca di come un ragazzo prima, un adulto poi, infine un vecchio, si pongono verso la Guerra, nelle varie stagioni della vita. E utilizza per queste riflessioni, destinate ai giovani della Gen Z, le categorie culturali e le parole della Poesia. La Poesia che qua prende il posto, dopo diecimila anni di difficile convivenza nello slogan “Guerra e Pace”, della ormai frusta parola Pace.
Incipit del libro.
R. aveva nove anni quando la casa ove abitava a Torino fu distrutta da una bomba. Si salvò perché raggiunse i sotterranei al primo suono delle sirene. Vivo ma terrorizzato, fuggì ad Aulla, dai nonni materni. Chi poteva immaginare che proprio il giorno del suo arrivo sarebbe stato quello del terribile bombardamento del 18 maggio 1944? Una bomba gli squarciò la gamba sinistra. Suo zio Brunildo, panettiere, convinse Otto Hahn, una SS di vent’anni, a usare il suo camion militare per portarlo all’Ospedale di Fivizzano. I medici gli salvarono la gamba e la vita. Per il doppio choc, per un anno non parlò, poi divenne balbuziente. Anni dopo prese un impegno con sé stesso: avrebbe scritto un libro, sulla Guerra e sulla Pace. C’è riuscito ottant’anni dopo, chiedendosi: “Si può raccontare l’eterno dilemma della Guerra e della Pace usando le categorie e le parole della Poesia?”
Il libro, scritto e riscritto molte volte, cambia configurazione e pelle via via che l’autore lascia la giovinezza, entra nella maturità, infine si fionda nella vecchiaia e lì si crogiola (per lui è la più bella stagione della vita). E il libro via via cresce di peso e diminuisce di parole, dopo aver scoperto e superato le trappole culturali e sentimentali che la Guerra gli tende, forse perché non vuole essere raccontata in modo non convenzionale.
I sette anni trascorsi negli Anni Ottanta, in una posizione di vertice nel mondo internazionale del management degli armamenti, e quindi in contatto con gli Stati Maggiori di alcune potenze mondiali, sono stati fondamentali per fargli capire le logiche politiche, industriali, culturali, alla base del concetto “Guerra e Pace”. Soprattutto per capire che l’unico aspetto positivo di quel mondo erano proprio i militari, la loro umanità, la loro riluttanza ad esercitare fino in fondo il loro mestiere: fare la Guerra. Ma anche loro rimanevano impotenti verso la Politica che, nel suo modesto spessore umano e culturale, spesso considera invece la Guerra una via di fuga ovvero una exit strategy, di fronte alle complessità della vita. In realtà la Guerra non può mai essere una semplificazione ai problemi da risolvere, perché è strutturata più per complicarli che per semplificarli; specialmente per chi ha la pretesa di vivere in democrazia.
La sofferta elaborazione del libro supera la contrapposizione “Guerra e Pace”, scoprendo che il concetto di Pace è usato dalle Leadership in termini puramente strumentali. Da diecimila anni, noi uomini abbiamo considerato la Pace come un “time out” sportivo prima di riprendere, con più lena, la Guerra, a volte cambiandole solo il nome.
Ecco allora, per l’autore, la necessità di riscrivere più volte, e completamente, il libro usando le categorie, i sentimenti, le parole della Poesia. Parole destinate a celebrare la Vita in tutte le sue manifestazioni, tragiche e comiche, oscure e cristalline, umanissime e oscenamente immorali. Questa elaborazione durata ottant’anni ha permesso di completare un processo di completa “frollatura” del problema Guerra. Buona lettura!
Post Scriptum. Per la presentazione del libro si è scelta una modalità innovativa: far precedere la presentazione classica (autore, presentatore, pubblico) da una Pièce teatrale di trenta minuti, tratta dal libro. La “Prima” sarà a Piacenza lunedì 20 novembre ore 21, grazie a Giacomo Marazzi e a Diego Maj che ha messo a disposizione il Teatro Gioco Vita e la sua competenza. Silvia Andrea Russo, autrice della Pièce e pure della sceneggiatura e della regia, la reciterà, accompagnata alla chitarra da Ludovico Emanuele Russo. La voce fuori campo, registrata, è dell’autore del libro. Chi fosse interessato a partecipare, fino a quando ci saranno posti disponibili, deve contattare il Teatro (0523 315578).
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